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La UIL sulla vertenza Castelfrigo: “bisogna imparare ad ascoltare i segnali che vengono dal mondo del lavoro”

Come sindacato  ci siamo spesso trovati in grande difficoltà a dare risposte contrattuali nel momento in cui si stravolgono regole di comportamento e trattamento basilari  e si esternalizza il lavoro in cooperative di scarso avvenire e solidità. Ora che lo scontro si è radicalizzato su posizioni di estrema distanza, tutti ci interroghiamo se quello che sta accadendo in imprese come la Castelfrigo si sarebbe potuto evitare.

Quando una lotta diventa un problema di ordine pubblico o vi è una chiusura netta, non vi sono scorciatoie per tornare alla legalità.

Ciascuno faccia la propria parte, l’ispettorato del lavoro, la polizia oggi schierata in assetto anti sommossa che invitiamo alla moderazione, messa in mezzo a interessi in grande contrasto tra loro, perfino tra gli stessi lavoratori, le organizzazioni sindacali di Modena, per mantenere sempre aperto un tavolo unitario confederale e intercategoriale, una folta schiera di parlamentari distratti che, anche nell’approvare il job act hanno lasciato enormi varchi nel progressivo abbattimento della corretta applicazione della legislazione del lavoro di questo paese.

Lo denunciamo da anni, la proliferazione di false cooperative e di società dedite alla somministrazione illecita di personale è uno dei principali problemi della filiera delle carni e non solo. Così operando si danneggia il tessuto sociale e tutta la filiera nel suo complesso. Bisogna che tutti a cominciare dalle imprese e .dalle loro associazioni comprendano a pieno la necessità di perseguire la strada virtuosa della valorizzazione del prodotto e del processo produttivo evitando la corsa al deprezzamento dei costi e della qualità delle lavorazioni. Ai lavoratori della Castelfrigo va non solo la nostra solidarietà, ma anche l’impegno di tutto il sindacato a risolvere la vertenza.

 

(Luigi Tollari, CST-UIL Modena-Reggio Emilia)

















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