“Le banche sono tornate a concedere credito, purtroppo non sempre questo vale anche per l’artigianato”. Così Marco Granelli, Presidente di Confartigianato Emilia Romagna, commenta i risultati di un’indagine elaborata dal Centro Studi di Confartigianato.
L’ultimo Bollettino economico pubblicato da Banca d’Italia indica a novembre 2015 un ritorno alla crescita dei prestiti bancari al totale delle imprese non finanziarie con un aumento tendenziale dello 0,3%, in miglioramento rispetto al -1,0% del mese precedente e al -2,0% di quasi un anno prima (dicembre 2014). Nel dettaglio però si scopre che a novembre 2015 la dinamica dei prestiti alle imprese con meno di 20 addetti è ancora negativa, registrando un calo dell’1,4% rispetto a novembre 2014, ma risulta in miglioramento sia rispetto al -3,0% di ottobre e sia rispetto al -2,4% rilevato circa un anno. “Lasciare le piccole imprese e gli artigiani senza credito è un errore – prosegue Granelli – sono realtà sottocapitalizzate per natura, costrette ad accedere al credito per sostenere un flusso di cassa colpito dalla tassazione e dai ritardi di pagamento delle grandi aziende. Paradossalmente poi noi piccoli riceviamo meo credito e contemporaneamente siamo tra le categorie con minori sofferenze, siamo affidabili, restituiamo il denaro e lo facciamo in breve termine, ma a quanto pare non basta per avere la fiducia delle banche”.
L’analisi dei prestiti all’artigianato – resa possibile grazie alla collaborazione con Artigiancassa, che ha messo a disposizione i dati da fonte Banca d’Italia – evidenzia a settembre 2015 uno stock, comprensivo delle sofferenze, concesso al comparto di 45,6 miliardi di euro, con una diminuzione in un anno di 2,3 miliardi, pari al -4,7%. Il calo dei prestiti all’artigianato prosegue da oltre tre anni e a settembre 2015 si osserva una stabilità del fenomeno rispetto alla flessione del 4,6% di giugno 2015, ma un peggioramento rispetto al -4,0% di un anno prima.
A settembre 2015 l’artigianato rappresenta il 5,1% del totale dei prestiti alle imprese ma nell’ultimo anno il calo di 2.272 milioni di euro spiega per il 10,9% del calo complessivo di 20.777 milioni di euro dei prestiti al totale delle imprese. In una prospettiva di lungo periodo si osserva che in quattro anni (settembre 2011-settembre 2015) i prestiti all’artigianato si sono ridotti di un quinto (-20,0%), pari a 11,4 miliardi di euro in meno, pressoché il doppio del calo registrato dal totale imprese (-11,5%), con una parallela riduzione di 0,6 punti percentuali della quota sul totale dei prestiti alle imprese.
A settembre 2015 in tutte le Regioni si osserva una discesa dello stock dei prestiti all’artigianato: la flessione meno accentuata è quella della Valle d’Aosta con il -0,9%, seguita dalla Toscana con il -2,5% e dalla Sardegna con il -3,1%. All’opposto le riduzioni più marcate sono quelle di Abruzzo (-8,1%), Basilicata (-6,9%) ed Emilia-Romagna (-6,1%).
Focalizzando l’attenzione sui dati provinciali si rileva che in nove province il peso del credito all’artigianato sull’ammontare dei prestiti erogato al totale delle imprese è maggiore o uguale al 10%, incidenza pressoché doppia rispetto alla media nazionale del 5,1%. Solo in due province si registra un aumento dei prestiti all’artigianato, con Vercelli che registra un aumento intenso del 22,9% e Siena con una crescita dello 0,9%, mentre all’opposto in quarantanove province si registra una diminuzione superiore alla media del -4,7%.
Pur in contesto di diminuzione dei prestiti all’artigianato diffusa sul territorio si osserva che in sette regioni su venti – che sommano prestiti per 22.583 milioni di euro (49,5% del totale) – la dinamica tendenziale dei prestiti all’artigianato migliora o è stabile rispetto a quella registrata nel trimestre precedente ed in particolare in Piemonte la flessione si riduce di 1,3 punti percentuali, in Friuli-Venezia Giulia di 0,8 punti ed in Toscana di 0,3 punti. Nel trimestre precedente le regioni che registravano un trend congiunturale in miglioramento o stabile erano quindici e sommavano prestiti all’artigianato per 38.769 milioni di euro (83,9% del totale).
Passando ad esaminare i dati provinciali si osserva che a settembre 2015 è ampiamente diffusa la flessione tendenziale dei prestiti per un totale di 108 province su 110; in poco meno della metà (49,1%) delle province (54) si registra un miglioramento o stabilità del trend dei prestiti rispetto al trimestre precedente mentre a giugno 2015 era il 70,9% (78 province) a registrare un miglioramento della dinamica dei prestiti rispetto al trimestre precedente.
Per quanto riguarda la provincie dell’Emilia Romagna tra giugno e settembre 2015 in tutte si è registrato un calo dei prestiti all’artigianato: il più contenuto a Parma con -4,2%, segue Bologna con -5%, Ferrara a -5,1%, Reggio Emilia -5,2%, Modena e Rimini entrambe -5,8%, Ravenna -6,4%, Piacenza -7,1% e fanalino di corda Forlì-Cesena con un pesante -10,2%