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Occupazione, Vincenzo Colla (Cgil ER) in merito agli ultimi dati resi noti dall’Istat

lavoro-stranieri«In base ai dati resi noti ieri da Istat, nel 2015 nella nostra Regione si è registrato un moderato aumento degli occupati (+0,4%) e una più significativa riduzione dei disoccupati (-7,2%), dovuta però quasi per la metà al calo della popolazione attiva.
Si tratta di risultati comunque positivi, che ci incoraggiano a proseguire sulla strada tracciata con il Patto per il Lavoro, sottoscritto pochi mesi fa.
Quei dati ci indicano però anche alcuni punti critici, sui quali nel futuro occorrerà concentrare maggiormente l’iniziativa.
Il più rilevante di questi è certamente quello che riguarda le classi d’età più giovani. L’aumento degli occupati è infatti tutto concentrato sulla popolazione dai 45 ai 64 anni, mentre continuano a ridursi gli occupati con meno di 44 anni. Nella fascia d’età dai 25 ai 34 anni, in particolare, si registrano ormai quasi 150.000 occupati in meno dall’inizio della crisi, un calo di circa il 30%.
Osservando l’andamento dei settori, è apprezzabile, rispetto al 2014, l’aumento occupazionale del settore industriale in senso stretto, che registra una crescita di 18.100 addetti (+3,6%); prosegue la caduta delle costruzioni (-12.300 addetti, pari al 10,3%); desta infine particolare preoccupazione il calo degli occupati nel commercio, alberghi e ristoranti (-16.400, pari al 4,3%).
Da notare per ultimo che, nonostante la massiccia iniezione di risorse messe in campo per favorire le assunzioni con il contratto cosiddetto “a tutele crescenti”, continua ad aumentare nell’ultimo anno, sul totale del lavoro dipendente, la percentuale di chi opera a tempo determinato: dal 14,1 al 14,8%.
E’ necessario ora consolidare i risultati positivi ed intervenire al tempo stesso sulle criticità ancora esistenti. Per far questo c’è solo una strada, che è quella già indicata dal Patto per il Lavoro: più valorizzazione della dignità e della qualità del lavoro; più legalità; più investimenti; più centralità della ricerca e della formazione; più cura e attenzione per i beni sociali, culturali e ambientali del nostro territorio».

















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