A distanza di pochi mesi dal successo cinematografico che l’ha visto protagonista ne ‘La seconda notte di nozze’ di Pupi Avati, e dopo sei anni dall’applauditissimo ‘Giù al nord’, Antonio Albanese torna a calcare la scena, rinnovando quel sodalizio a quattro mani che lo vede unito con il giornalista satirico Michele Serra nella stesura di un testo indirizzato al teatro.
Psicoparty, in scena questa sera al Teatro Storchi (ore 21), si delinea come un intreccio di storie divertenti e amare raccontate da una variegata schiera di personaggi che si nutrono dei paradossi della società. Come sempre essenziale e acre, implacabile e mai disposto alla battuta facile, il furore comico di Albanese dopo aver attraversato il miracolo industriale e il superlavoro, intraprende il suo viaggio comico attraverso un paesaggio umano immobilizzato nelle abitudini, lussi ed egoismi che non permettono più una via d’uscita se non intrisa di terrore e panico. Le forme mostruose della società postindustriale di Giù al nord, si trasformano ora in paure, le stesse che il potere amministra per trarne il vantaggio di saper spaventare. Le ansie si intrecciano: l’insicurezza del presente si mischia alla perdita dei punti di riferimento che vengono dal passato, Albanese ci racconta la gente usando il denominatore comune che nella paura vede lo specchio di una società accalappiata e stretta che si manifesta facendoci ridere ma lasciandoci con l’amaro in bocca.
Teatro Storchi, Modena, dal 16 al 18 marzo ore 21; il 19 marzo ore 15.30.