«Perché se la legge 102/09 prevede che le domande di invalidità civile vadano liquidate al massimo in 120 giorni, ovvero quattro mesi, in Emilia Romagna si veleggia su una media di 191 giorni. Con punte scandalose di 213 a Parma, 207 giorni a Bologna e 200 a Ferrara e a Rimini?»
A porsi la domanda, cui l’assessorato alla Sanità della Regione Emilia Romagna non ha ancora dato risposta malgrado le sollecitazioni in merito, sono il segretario generale della Uil Emilia Romagna, Giuliano Zignani e Luciano Roncarelli, componente del Comitato regionale dell’Inps in Emilia Romagna e nella segreteria Uil Bologna, nel verificare i dati relativi la gestione delle domande di invalidità civile in regione. Nel 2015 su 96.275 domande, ben 93.855 sono state gestite dai patronati.
Per legge, dal momento in cui il medico di base invia on line la domanda (vista allo stesso tempo da Inps e Ausl, previo passaggio al patronato) al riconoscimento economico devono trascorrere, appunto, 4 mesi. Se guardiamo però, ricorda Roncarelli, «la tabella dell’Inps i cui dati, sono certificati e inseriti nel bilancio sociale dell’ente, balza agli occhi lo scandalo in particolare se si guarda allo scorso anno. Ecco perché come Uil chiediamo il rispetto della legge: i diritti dei cittadini vanno tutelati».
I tempi medi di prestazione, in Emilia Romagna, veleggiano sui 191 giorni, quasi sette mesi; «un lasso di tempo – osservano Zignani e Roncarelli – ben lontano dai 120 giorni previsti dalla legge». Osservando i tempi medi di prestazione si nota come, nel 2015, Parma indossi la maglia nera con 213 giorni, seguita da Bologna con 207. A poche incollature si piazzano Ferrara e Rimini con 200, tallonate da Modena con 193, Cesena con 189, Forlì con 187, Reggio Emilia con 178, Ravenna con 173, Imola con 151 e Piacenza con 146.
In particolare, colpiscono soprattutto «in negativo» i tempi medi di chiamata, da parte delle singole Ausl, alla visita. A Forlì devono trascorrere 95 giorni; 85 a Ferrara e Ravenna; 71 a Parma e 70 a Rimini; 63 a Imola e Reggio Emilia; 61 a Modena; 58 a Cesena; 56 a Piacenza e 36 a Bologna.
«Da notare – rilevano Zignani e Roncarelli – che questi sono giorni lavorativi. Il che significa che i cittadini devono attendere mesi e mesi per vedere il riconoscimento dello stato di invalidità e relativa indennità economico; un loro diritto riconosciuto che, a sua volta, viene leso perché non si rispettano i tempi di legge. Certo rispetto al 2010 ovvero prima dell’entrata a regime della legge 102 quando i tempi medi erano di 15 e 16 mesi, un miglioramento c’è stato, ma qui è evidente che qualcosa ancora non funziona. Dopo un incontro all’Inps regionale da cui è emerso che l’ente previdenziale sta abbassando i tempi che le competono, siamo andati all’assessorato alla Sanità della Regione dove abbiamo illustrato le nostre richieste in quanto i tempi di legge vanno rispettati. Un tale livello di illegalità è inaccettabile».
Come Uil Emilia Romagna, si chiede di conoscere l’arretrato e la creazione di un tavolo tecnico a cui far sedere assessorato regionale alla Sanità che ha competenza sulle Asl e Inps «sia per valutare lo stato dell’arte sia per mettere a punto un iter che permetta di rispettare i limiti di legge.
La Uil Emilia Romagna vede con favore l’iter proposto dall’Inps regionale che si articoli nel seguente modo: 30 giorni dalla domanda alla visita; 30 giorni per la validazione del verbale; 30 giorni per il completamento degli aspetti amministrativi e 30 giorni per l’invio del denaro. Così facendo, vengono rispettati i 120 giorni previsti dalla legge».