Per la Cgil di Modena, Ivonne Poppi, può a buon diritto ritenersi una madre della Repubblica.
Per questo abbiamo scelto di aderire al progetto del Comune di Modena per il 70° del voto alle donne, “Madri della Res Publica-Le Modenesi nella costruzione della comunità”, scegliendo il volto di Ivonne per il pannello che dal 2 giugno resterà appeso sulla facciata della sede provinciale Cgil in piazza Cittadella (in allegato).
Ivonne Poppi simboleggia le tante donne che, ieri come oggi, contribuiscono attraverso la partecipazione attiva nel sindacato e nelle istituzioni, alla costruzione della comunità modenese.
Ivonne Poppi (1926-2011) è stata tra le prime elette in Consiglio comunale a Modena dove entra nel 1951 nelle liste del Pci e svolgerà poi la funzione di assessora alla beneficenza.
Madre casalinga, padre dipendente dell’Azienda elettrica di Modena, Ivonne Poppi partecipa alla Resistenza partigiana aderendo al programma del Fronte della Gioventù. Si diploma maestra nel 1945 e farà l’insegnante elementare fino alla pensione. Nel 1956 è nuovamente eletta in Consiglio comunale a diventa assessora all’economato e all’assistenza, in seguito ricoprirà l’incarico di assessore provinciale e presidente dell’Ausl n.1.
Nel 1954 si sposa e nel 1957 nasce sua figlia Claudia. Da sempre iscritta e attivista della Cgil, è stata protagonista di tante lotte per migliorare il welfare locale, la sanità e le condizioni delle donne. A metà degli anni Ottanta lavora per il sindacato pensionati Spi/Cgil, assumendo responsabilità nella segreteria che nel Coordinamento Donne, curando in particolare modo il tema dell’identità di genere coinvolgendo i giovani delle scuole.
E’ stata tra i promotori della costituzione dei primi Comitati consultivi misti presso i distretti sanitari per il confronto sulla qualità e l’andamento dei servizi socio-sanitari.
Una donna rigorosa, corretta, con un forte rispetto delle regole che ha saputo trasmettere ai tanti che l’hanno accompagnata nel suo percorso dentro e fuori il sindacato.
Il voto alle donne rappresenta una conquista importante, il primo atto concreto verso la democrazia paritaria. Il bilancio di questi 70 anni, però, evidenzia ancora troppe lacune.
La parità effettiva nel mondo del lavoro e nella società è un obiettivo ancora lontano: la crisi economica ha ulteriormente penalizzato le donne, aumentando il differenziale retributivo e riducendo il sistema di welfare che è fondamentale per la partecipazione al mercato del lavoro di chi ha importanti responsabilità di cura. La cronaca, inoltre, ci consegna una costante escalation di violenza sul corpo e la mente delle donne.
Per questo motivo la battaglia per la parità nei luoghi della politica, della scuola e del lavoro non si può fermare e le tante donne del sindacato continueranno a svolgere la loro parte, guardando all’esempio di Ivonne.
(Tania Scacchetti, Tamara Calzolari, Manuela Gozzi, Luisa Zuffi – Cgil Modena)