“In Ferrari Auto si sta verificando una situazione paradossale: si sta discutendo del rinnovo del contratto integrativo e l’azienda esclude deliberatamente dal confronto la Fiom/Cgil, sindacato maggiormente rappresentativo in azienda”. Così stamattina in conferenza stampa il segretario della Fiom/Cgil di Modena Cesare Pizzolla e Edo Rioli funzionario Fiom/Cgil Maranello.
“La piattaforma presentata dalla Fiom/Cgil, l’unica discussa con i lavoratori e votata a maggioranza – continua il sindacato – non viene infatti presa in considerazione dalla direzione di Ferrari Auto che decide di discutere solo quella presentata da Fim e Uilm, in quanto firmatari del contratto specifico di Gruppo (CCSL). La direzione aziendale di Ferrari Auto non può escluderci dalla discussione – hanno precisato i sindacalisti Fiom/Cgil – solo perché la Fiom non si è piegata nel 2011 al ricatto di firmare il CCSL. L’azienda non può scegliere con quali sindacati discutere, discriminando quelli che non sono sempre d’accordo”.
In questo modo non si tiene conto neanche della sentenza della Corte Costituzionale (luglio 2011) che ha riammesso la Fiom in Fiat, anche se non ha firmato il contratto di primo livello.
“Il contratto integrativo è un diritto dei lavoratori e deve perciò essere discusso con le loro rappresentanze sindacali, a cominciare dalla Fiom/Cgil che, nell’unica misurazione della rappresentanza su liste contrapposte, quella per l’elezione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (Rls), è risultata il sindacato maggiormente rappresentativo con oltre 750 voti, distaccando nettamente tutti gli altri”.
“La piattaforma Fiom, l’unica discussa e approvata dai lavoratori, prosegue il sindacato – si articola in quattro punti fondamentali che mirano a rendere l’integrativo coerente con le performance produttive ed economiche di Ferrari Auto: azienda fortemente in crescita e con un prodotto ad alto valore aggiunto, la previsione di 8.000 vetture sul 2016, e che si avvia a chiudere il 2016 sfondando il tetto dei 3 miliardi di euro di fatturato, e ha chiuso il 2015 con 290 milioni di utile di esercizio.
Innanzitutto si chiede che l’orario di lavoro torni ad essere oggetto di contrattazione e non di una scelta unilaterale dell’impresa, gli inquadramenti professionali devono essere in linea con il prodotto di elevata qualità di Ferrari elevando anche i livelli di inquadramento. Si chiede inoltre parità di trattamento tra tutti i lavoratori occupati negli stabilimenti Ferrari (metalmeccanici, addetti alla logistica, interinali, addetti della mensa, ecc…) anche in presenza di contratti nazionali diversi. Il premio di risultato deve essere aumentato dai 4.520 euro annui del 2015 (diversificati in base alle assenze di ogni lavoratore), ai 6.500 euro da distribuire nel prossimo triennio di vigenza contrattuale”.
“Non chiediamo all’azienda di cancellare le piattaforme presentate dagli altri sindacati – ha spiegato Pizzolla – ma di tener conto anche della nostra per arrivare alla definizione del contratto che è di tutti i 2.750 addetti che ogni giorno con il proprio lavoro contribuiscono a far vendere emozioni, come lo stesso Ad Marchionne ha definito le auto Ferrari”.
“Il contratto aziendale Ferrari e i problemi dei lavoratori non hanno tessera sindacale, perciò necessario tener conto delle opinioni di tutti, soprattutto quelle avvallate dal voto dei lavoratori.
E’ inaccettabile che l’azienda mantenga un atteggiamento discriminatorio verso la Fiom/Cgil sulla piattaforma, ma anche sulle assemblee.
La Fiom/Cgil – rincara la nota – dieci giorni fa ha presentato richiesta di assemblea proprio per discutere l’esclusione dalla trattativa sulla piattaforma e decidere insieme ai lavoratori che cosa fare. Ancora una volta, si è vista negare la possibilità di svolgere l’assemblea con la motivazione che non c’erano più ore disponibili perché già prenotate dalle altre organizzazioni sindacali, senza peraltro ricevere riscontro della richiesta fatta dagli altri sindacati”.
“Mi limito ad osservare che quando non esiste un riscontro oggettivo – conclude Pizzolla – la Fiom per l’azienda arriva sempre seconda nei confronti delle altre organizzazioni sindacali, ed invece quando esiste un metodo oggettivo di verifica, come le elezioni Rls con il voto libero dei lavoratori, la Fiom arriva prima. La direzione Ferrari deve meditare anche su questo!”.