«Non è vero che la qualità italiana è inferiore a quella estera. I campioni di grano 2016 affermano addirittura il contrario tanto che proprio ieri alla Borsa Merci di Bologna – punto di riferimento per tutto il Nord Italia – le voci del listino sono state adeguate all’alto standard proteico registrato sul territorio. Abbiamo pertanto siglato convenzioni con vari laboratori emiliano-romagnoli per aiutare gli agricoltori ad espletare le opportune analisi, nell’intento di far valere sul mercato le caratteristiche qualitative del proprio prodotto». Così il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Gianni Tosi, torna sulla crisi del comparto cerealicolo e la crescente insoddisfazione dei produttori di fronte alle prime quotazioni del raccolto 2016. Criticità che erano peraltro già state sollevate un mese fa a Bologna proprio dai vertici nazionali e locali di Confagricoltura, in occasione degli Stati Generali del Frumento, e che adesso divampano alla Camera dei Deputati con un’interrogazione parlamentare in cui si chiede il tempestivo intervento del dicastero agricolo. Sotto accusa i prezzi ‘da discount’, ben al di sotto dei costi di produzione, e la scarsa trasparenza nei meccanismi che li determinano.
«Come può un paese come l’Italia, noto al mondo intero per la sua gastronomia – incalza Tosi – produrre pasta, trasformati e prodotti dolciari della tradizione con materie prime estere? Che ne sarà in regione dell’areale da sempre vocato alla cerealicoltura, che conta oltre 140mila ettari di superficie coltivata a frumento tenero e 65mila a duro?».
L’organizzazione degli imprenditori agricoli rende dunque note le convenzioni firmate in Emilia Romagna, che potrebbero essere il punto di partenza per un approccio finalizzato alla qualificazione e valorizzazione della commodity nostrana spesso ‘sottovalutata’ dall’industria, che si dice suo malgrado “costretta ad importare partite provenienti dall’estero pur di avere alte caratteristiche qualitative che la produzione nazionale non è in grado di garantire”.
«Chiediamo infine alla Borsa Merci – è l’appello del presidente di Confagricoltura Emilia Romagna – di vigilare nella rilevazione del prezzo affinché sia riconosciuto dal mercato l’alto standard qualitativo raggiunto dalle nostre produzioni, analogamente a quanto avviene all’estero».