Investire Sgr, la società che era stata designata come promotore per la realizzazione in finanza di progetto di 319 alloggi in edilizia residenziale sociale all’interno del Comparto R5.2 ex Mercato Navile (lotti H ed N) non si è presentata alla scadenza della gara che seguiva, come prevede il Codice degli appalti, la designazione della società.
In questo modo cade, per ora, la possibilità di realizzare edilizia in affitto e in vendita a costi calmierati.
Con una lettera assolutamente irrituale la società Investire Sgr, a pochi giorni dalla scadenza della gara ha informato l’Amministrazione che non le era possibile presentare alcuna offerta, in ragione di asserite difformità del Bando di gara rispetto alla proposta originaria, elaborata dalla stessa Investire sgr e all’origine della sua designazione quale promotore.
L’Amministrazione comunale sta conseguentemente approfondendo gli aspetti di natura legale per tutelarsi nelle sedi opportune anche in ragione del danno subito.
Non cade però la volontà di realizzare in quel comparto alloggi di Edilizia Residenziale Sociale.
“Per parte nostra non ci perdiamo d’animo – spiega l’assessora alla casa Virginia Gieri – vogliamo studiare a breve con la Regione e la Cassa Depositi e Prestiti un’alternativa ancora più aderente ai bisogni abitativi attuali delle persone”.
Che cosa prevedeva la proposta di Investire Sgr.
Si trattava del primo caso cittadino di iniziativa privata che si proponeva di investire su un’area dismessa per realizzare e gestire 319 alloggi da affittare a canone concordato con tre formule: il 26%, circa 83 alloggi, in locazione a 8 anni con patto di futura vendita, altrettanti in locazione a 15 anni, il 48% (circa 153 alloggi) in locazione di lungo termine, per 20 anni.
L’investimento stimato dalla società era di 55 milioni di euro tramite la creazione di un Fondo immobiliare chiuso dove sarebbero confluite risorse della Cassa Depositi e prestiti per l’80% (tramite il Fondo investimenti per l’abitare), del Comune per il 13% tramite la valorizzazione dell’area su cui insisteva l’intervento, di un fund raising per il restante 7%. Nell’operazione era previsto anche un investimento da 10 milioni di euro della regione Emilia Romagna.