Nel Mediterraneo ogni anno vengono uccisi illegalmente 25 milioni di uccelli selvatici. Ce ne parla Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti, citando i dati di Birdlife International, che ricorda come in Egitto si registrano 5,7 milioni di uccisioni, mentre l’Italia è seconda, e prima in Europa, con 5,6 milioni di volatili cacciati illegalmente. Doppiette, reti e trappole che incollano gli uccelli ai rami fanno come prima vittima il fringuello (2,9 mln di esemplari), seguito da capinera (1,8 mln), quaglia (1,6 mln) e tordo bottaccio (1,2 mln). L’associazione ambientalista ha stilato una classifica delle prime dieci nazioni mediterranee per numero di uccisioni illegali di volatili, che insieme raggiungono i 22.600 esemplari cacciati. A primeggiare sono i Paesi teatro di conflitti come Egitto, Siria (3,9 milioni di uccelli all’anno) e Libia (500mila). Numeri rilevanti anche in Libano (2,6 milioni). Tra le nazioni europee, in top ten, oltre all’Italia, figurano Cipro (2,3 milioni), Grecia (700mila), Francia (500mila), Croazia (500mila) e Albania (300mila). In Italia le aree più ‘calde’ sono il Sulcis con 125 mila uccelli cacciati illegalmente, il bresciano (112mila) e il delta del Po (84mila). “Alcune specie un tempo abbondanti in Europa sono oggi in declino. I nostri uccelli meritano rotte più sicure. Per questo – ha detto il Ceo di Birdlife International, Patricia Zurita – vogliamo che gli sforzi per la conservazione siano aumentati ora, prima che sia troppo tardi”.
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