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Assegnato da AIRC e da Fondazione Cariplo importante finanziamento a ricercatrice sassolese

Rossana-MaffeiL’AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro – e la Fondazione Cariplo finanzieranno per i prossimi due anni, attraverso il progetto TRIDEO 2015, lo studio di una ricercatrice dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Si tratta della dott.ssa Rossana Maffei del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno – Infantili e dell’Adulto – Divisione di Ematologia che riceverà per la sua ricerca dal titolo “CLL as a matter of differentiation: role of IRF4” un finanziamento di 88 mila euro tale da permetterle di proseguire gli studi sulla leucemia linfatica cronica, la forma di leucemia più frequente nei Paesi Occidentali.

L’età media d’insorgenza della leucemia linfatica cronica si attesta intorno ai 65 anni e l’andamento clinico dei pazienti risulta estremamente eterogeneo. Alcuni pazienti con leucemia linfatica cronica presentano una forma di malattia indolente che rimane stabile e non richiede trattamenti per molti anni, viceversa altri pazienti presentano una malattia che progredisce rapidamente. Questi ultimi sono trattati con diverse strategie di chemio-immunoterapia o con l’uso di nuovi farmaci inibitori delle tirosine chinasi. La ricorrenza di recidive, l’emergere di resistenza alle terapie e il decadimento delle condizioni di protezione immunitaria rendono – ad oggi – la leucemia linfatica cronica una malattia per lo più incurabile. Ciò porta alla necessità di uno sforzo nella ricerca sia di fattori in grado di identificare i pazienti con una malattia più aggressiva sia di nuove strategie terapeutiche in grado di eliminare completamente la malattia arrivando alla cura del paziente.

In tale contesto, il progetto si sviluppa a partire da un’idea “fuori dagli schemi”, ovvero la visione della leucemia linfatica cronica come una malattia dovuta ad un blocco del differenziamento. L’ipotesi è che le cellule di leucemia linfatica cronica siano “congelate” in uno stato di sopravvivenza prolungata e di iper-attivazione che alla fine permette l’accumulo di danni irreparabili nel DNA. Il blocco delle cellule leucemiche nel percorso, che fisiologicamente seguono le cellule B del sangue, si ipotizza sia legato all’impossibilità di completare il programma genico di differenziamento ed in particolare si punta il dito verso un regolatore fondamentale ovvero interferon regulatory factor 4 (IRF4).

Gli obiettivi che la dott.ssa Rossana Mafferi vorrebbe raggiungere con il suo studio sono due: il primo è valutare i livelli di espressione di IRF4 e la presenza di mutazioni geniche in un’ampia casistica di 1000 pazienti con leucemia linfatica cronica al fine di scoprire se IRF4 possa essere usato come un marcatore per identificare i pazienti con una malattia più aggressiva o resistenti alle terapie. Il secondo obiettivo è quello di sviluppare uno studio funzionale in vitro che, attraverso la modulazione “forzata” dei livelli di IRF4 nelle cellule primarie di leucemia linfatica cronica, permetta di verificare se le varie caratteristiche “maligne” della cellula leucemica sono o no dipendenti dalla funzione di IRF4.

“Il progetto – afferma la dott.ssa Rossana Maffei di Unimore – potrebbe portare ad un miglioramento nella gestione clinica dei pazienti con leucemia linfatica cronica mediante lo sviluppo di un facile test prognostico per la definizione del rischio ed inoltre potrebbe aprire la strada verso lo sviluppo di una nuova categoria di farmaci contro meccanismi differenziativi nella leucemia linfatica cronica”.

 

Rossana Maffei

È nata a Sassuolo l’8 maggio 1976. Dopo aver conseguito il diploma al Liceo Scientifico, ha intrapreso un percorso formativo basato sulla passione per la scienza e la medicina, laureandosi nel 2001 in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Bologna, acquisendo il Dottorato di Ricerca in Biotecnologie e Medicina Molecolare nel 2006 e terminando la Scuola di Specializzazione in Patologia Clinica nel 2013 presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Fin dalla laurea lavora presso il laboratorio di Ematologia del Centro Oncologico Modenese dedicandosi allo studio della leucemia linfatica cronica, in particolare alla definizione di fattori capaci di prevedere l’andamento clinico dei pazienti e di meccanismi implicati nel dialogo fra la cellula leucemica e il microambiente.

 

















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