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I ragazzi di Cavezzo alla Giornata Mondiale della Gioventù

Cracovia-GMG-CavezzoCom’è cambiata, nel quotidiano, la vita dei ragazzi rientrati a Cavezzo dopo l’esperienza vissuta alla G.M.G. la Giornata Mondiale della Gioventù, a Cracovia? Tanta attenzione è stata prestata dai media sul momento, ma adesso? Intanto, registriamo che da Cavezzo è partita una delegazione composta da tre uomini e sette donne. Il futuro, per alcuni di loro, è ben chiaro. 

Francesco Lodi, 24 anni, di Cavezzo, studente di Scienze della Formazione Primaria all’università di Bologna, fratello del vice sindaco del paese, Flavio, chiarisce subito: «I frutti si raccoglieranno col tempo. Sicuramente, c’è adesso una G.M.G. che inizia qua, quando si torna a casa. Per riportare, nella vita quotidiana, quello che abbiamo vissuto e assorbito. In Polonia si è raggiunto il culmine di un anno di preparazione. Una esperienza forte, che va fatta, ora, ricadere nella vita quotidiana. Sia chiaro, però, che la prima pietra la mettemmo nel 2015. Quando la Pastorale Giovanile della Diocesi di Modena ha scelto d’iniziare il cammino verso Cracovia. Era sabato 3 ottobre quando Cavezzo, una parrocchia in periferia distante dal centro che, ancora oggi, soffre per i segni inferti dal terremoto del maggio 2012, con la sua comunità intera ospitò ragazzi e tre vescovi».

Oltre 450 giovani, provenienti da tutta la Diocesi, si riunirono per intraprendere il cammino verso la Polonia, insieme al Vescovo Erio Castellucci, agli amici della Diocesi polacca di Wroclaw e a una delegazione di forlivesi che, con il Vescovo Pizzi, erano arrivati per vivere un gemellaggio di solidarietà e costruire insieme ponti di comunione verso Cracovia.

«Don Paolo, don Andrea, i giovani Carolina e Michele, guidati dal Vescovo Andrea, ci raggiunsero da Wroclaw per inaugurare con canti, video e preghiere il gemellaggio che si è compiuto da loro – prosegue Francesco Lodi – insieme, così, abbiamo mosso i primi passi verso la G.M.G. di Cracovia che si è inserita nell’Anno Santo della Misericordia, diventando un vero e proprio Giubileo dei giovani a livello mondiale. Per me è stata la terza G.M.G.; tutte sono state caratterizzate da esperienze straordinarie. La mia fede è diventata  più forte. Viste le esperienze di Comunione e di Chiesa ho ricaricato un po’ le batterie; energia che ora trasmetto. Come, concretamente? Avrò sempre il servizio in parrocchia, tanto mi servirà nella quotidianità della vita privata e mi dedicherò di più alla mia esistenza personale. Però, per dare maggiormente me stesso. E’ stata un’esperienza indimenticabile, soprattutto grazie alle parole del Papa, abbinate alla Veglia del Sabato sera. Che ti rimane davvero impressa. Due milioni e mezzo di giovani che pregano e stanno in silenzio. Quando il Papa parla è come se si rivolgesse a te. Penso che sia l’unico capo religioso e leader politico che si esprima chiaramente con note e accenti positivi».

La G.M.G. è l’incontro internazionale di giovani, provenienti da ogni parte del mondo, che si riuniscono insieme in una città con i propri preti, catechisti, vescovi e il Papa, per professare la fede in Gesù Cristo. L’idea di creare un incontro dei ragazzi che compongono la Chiesa Cristiana è venuta a  San Giovanni Paolo II. Radunò i giovani prima a Roma (1984, 1985, 2000) poi a Buenos Aires (1987), Santiago de Compostela (1989), Częstochowa (1991), Denver (1993), Manila (1995), Parigi (1997), Toronto (2002), Colonia (2005), Sidney (2008), Madrid (2011) e Rio de Janeiro (2013). E’ stato poi Papa Francesco che, sulla spiaggia di Copacabana,  ha  annunciato Cracovia 2016.

Asia Corvino, 18enne di Cavezzo, studentessa del liceo delle Scienze Umane a Carpi, aggiunge: «Certo, in me sono cambiati moltissimi aspetti. Sono partita con tanta ansia e non volevo neppure farlo. Temevo che qualcosa potesse accadere in me. Invece sono rimasta impressionata, in positivo, dalla ‘Festa degli italiani’ e dalle parole del cardinale Bagnasco, fino a raggiungere il culmine con la Veglia del Sabato. Oggi prego tanto. Sento molto di più l’amore del Signore. Adesso starò anche maggiormente attenta nel quotidiano, pure a dire di sì quando mio padre mi chiederà un aiuto. Ho capito subito che non era una vacanza. La preghiera e i momenti di catechesi, però, non sono stati un peso. L’ho fatto molto volentieri».

















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