“Il Bell’Abitare”, ciclo di conferenze e visite guidate sul tema delle ville e dei giardini nel modenese organizzato dal Comune di Sassuolo e dall’Associazione culturale Forum U.T.E., si rinnova e si apre allo studio e alla conoscenza del territorio reggiano.
“Il Bell’Abitare nel Ducato Estense. Giardini e ville delle province di Modena e Reggio Emilia” è infatti il nuovo titolo dell’iniziativa che – come sottolinea Luca Silingardi, ideatore e curatore dell’iniziativa – intende così approfondire la conoscenza degli aspetti artistici, architettonici e sociali della “civiltà di villa” su tutto il terrirorio che fino al 1859 costituiva il Ducato estense.
Le sontuose dimore dell’aristocrazia e dell’alta borghesia affascinano da sempre il grande pubblico, curioso di scoprirne i tesori nascosti e di carpire i segreti di un vivere raffinato ed elegante. Come luoghi di svago e di riposo immersi nella tranquillità delle campagne, poi, le ville e i loro giardini sono in grado di assecondare le esigenze del “bell’abitare” di una ristretta èlite di famiglie ancor più dei palazzi di città, frequentemente costretti a confrontarsi con gli angusti spazi di un nucleo urbano già consolidato. Proprio in queste delizie, capaci di offrire una dimensione privilegiata di fasto e prestigio mondano, il signore può dedicarsi all’otium, studiando e meditando, accogliendo ospiti e conversando con loro durante le passeggiate nel giardino.
Fin dall’antichità, infatti, la villa è luogo in cui ricevere amabilmente, tra le piacevolezze del verde sapientemente plasmato dalle cesoie di abili giardinieri, l’ombra di profumati berceaux e lo sciabordio dei freschi zampilli d’acqua delle fontane. Per questa ragione una parte, a volte consistente, del terreno agricolo è spesso sacrificata alla realizzazione di giardini formali all’italiana e, dall’Ottocento in poi, persino di vasti parchi paesaggistici all’inglese. Ameni luoghi d’incanti a cornice dei momenti di svago, ma pure luoghi in cui svolgere le più significative trattative d’affari, anche perché la villa è soprattutto luogo privilegiato del negotium del signore, che fonda il proprio potere economico e il proprio prestigio sociale sulle ampie tenute agricole.
Analizzando la cospicua serie di edifici signorili sparsi sul territorio estense, infatti, non è solo possibile tracciare l’evoluzione tipologica e stilistica dell’architettura e dell’ornato dal Cinquecento all’inizio del Novecento; si può anche ricostruire l’importante funzione produttiva che la villa aveva come centro di controllo agricolo e, attraverso i passaggi di proprietà, leggere nel suo complesso uno spaccato sociale del ceto dirigente nelle diverse epoche. Perché la villa non ha mai perduto il ruolo di indicatore dello status del proprietario, ponendosi come luogo ambito dai nuovi ceti nascenti e sollecitando ingenti investimenti volti ad aggiornarne l’ornato e gli spazi e a mantenere al massimo livello l’efficienza produttiva dei fabbricati rustici. Strutture coloniche, queste, che la circondano e che sono destinate ad accogliere i servizi necessari al funzionamento dell’azienda agricola, ma che possono essere sfruttate anche scenograficamente per ampliare l’impatto visivo dell’edificio, spesso coronato da un’altana da cui godere il paesaggio circostante e controllare il lavoro dei campi.
L’iniziativa si compone di tre incontri con esperti del tema e di tre visite guidate. Primo incontro, lunedì 8 maggio, Umberto Nobili: ‘Le ville della provincia di Reggio Emilia’.
Nel corso del Quattrocento anche in territorio reggiano prende corpo e sviluppo la “cultura della villa”, un fenomeno di manifesta connotazione sociale, suscettibile di interessanti implicazioni estetiche. Per tutto il lungo arco di tempo che sconfina nell’età contemporanea la “residenza di campagna” si fa specchio delle trasformazioni di abitudini e di comportamenti relazionali, di quelle “mode” che sul piano stilistico hanno caratterizzato l’evolversi dei modelli progettuali delle architetture e dell’organizzazione dei giardini. Il costante aggiornamento da sempre condotto sul confronto con la trattatistica di riferimento e con i grandi modelli presenti nelle aree di appartenenza e in quelle esterne, anche molto lontane, ci consente tuttora di costruire un itinerario privilegiato, segnato dalle più significative emergenze rapportabili ai diversi prototipi degli edifici e degli impianti del verde. Così sulle sequenze cronologiche del percorso dal Rinascimento al Barocco, al Neoclassicismo e fino all’Eclettismo e alla contemporaneità, troviamo le testimonianze eloquenti delle soluzioni condotte “all’italiana”, “alla francese”, “all’inglese” o pienamente rispondenti alla sensibilità del nostro tempo.
Durante l’incontro, che si tiene presso la Sala “Gian Paolo Biasin” in via Rocca 22 a Sassuolo, alle ore 21, sarà proiettata una ricca serie di immagini di supporto e complemento alle spiegazioni del relatore.
Le altre conferenze si terranno il 15 maggio, Graziella Martinelli Braglia:
‘Vivere “in villa”. Stili di vita, mode e passioni’ e il 22 maggio, Luca Silingardi: ‘Le architetture “da giardino”. Estro, classicismo e revival’.
Le visite guidate da Luca Silingardi:
Domenica 14 maggio – Villa Spalletti a San Donnino di Liguria ore 15, Villa Arnò ad Albinea.
Sabato 20 maggio – Castello di Montegibbio, ore 15, dove seguirà un tè nella corte del castello.
Venerdì 26 maggio – Villa Maria al Tiepido a Colombaro, ore 18, seguirà la cena in villa e un momento musicale con l’arpista Davide Burani.
Per ciascuna delle visite è necessaria la prenotazione (Danira Guidetti Calabrese: 0536 884121 – 348 5495475). Il ritrovo per la partenza in pullman è in P.le Risorgimento a Sassuolo.