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Ateneo Bologna, la coda “fratturata” del Diplodoco, dopo il terremoto

diplodocoLa scossa di terremoto che ha colpito l’Italia centrale lo scorso 30 ottobre si è sentita anche al Museo Geologico “Capellini” dell’Università di Bologna, creando qualche problema ad uno dei pezzi più suggestivi della collezione: lo scheletro di Diplodoco.

A causa del sisma, infatti, il tratto finale della coda del grande dinosauro si è staccato dal resto dello scheletro, rimanendo comunque sospeso in aria, assicurato al soffitto da sottili fili metallici. Fortunatamente, non si registrano altri danni, né ai reperti esposti, né all’edificio di via Zamboni 63, che ospita il Museo.

“La frattura – spiega il prof. Gian Battista Vai, responsabile scientifico del Capellini – è stata probabilmente generata da un’oscillazione discorde dal resto della coda, ancorato anch’esso al soffitto, ma solidale col corpo centrale dello scheletro, che è appoggiato al pavimento tramite un largo supporto. In sostanza, un classico colpo di frusta”.

Il presidente del Sistema Museale di Ateneo, Roberto Balzani, ha assicurato l’impegno per il ripristino della coda “fratturata”.

Con i suoi 26 metri di lunghezza e 4 di altezza, il Diplodocus Carnegie, com’è noto, non è un fossile originale, ma una preziosa riproduzione in serie limitatissima pensata per essere esposta nei più prestigiosi musei di scienze naturali del mondo. La copia esposta a Bologna fu donata all’Italia dal magnate americano dell’acciaio Andrew Carnegie nel 1909.

















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