Negli ultimi mesi si assiste ad un aumento esponenziale degli italiani che si rivolgono alle strutture Caritas dell’Emilia-Romagna a chiedere un aiuto, un sostegno o un contatto per un posto di lavoro, cresce anche il numero di coloro , soprattutto giovani o disoccupati, che si affidano alle mense ed i dormitori cercando di superare situazioni sempre più drammatiche.
“E questo è soltanto uno degli indicatori che mettono a nudo un problema. Anche nella nostra regione intere fette della popolazioni sono sprofondate nella disperazione e nella povertà e le istituzioni , dopo averne preso atto, devono intervenire”: è l’appello di Tullia Bevilacqua , segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, il sindacato che più volte ha sollevato critiche sulle politiche economiche del governo, chiedendo interventi per risolvere in maniera radicale il problema della disoccupazione, soprattutto quella giovanile.
Le statistiche parlano chiaro. In Emilia Romagna la fascia più colpita dalla crisi è quella tra i 35 e i 44 anni ma, dal 2015 al primo semestre 2016 la povertà colpisce sempre più tutte le fasce d’età dei giovani dai 18 ai 34 anni.
In difficoltà anche le famiglie composte soprattutto da giovani coppie con tre o più figli a carico, single, e ovviamente anziani con bassissimo reddito che rappresentano quasi il 2% dei nuclei residenti in regione. Complessivamente sono tra le 65.000 e le 70.000 le famiglie che in Emilia-Romagna vivono sotto la soglia della povertà assoluta: il 3,5% dei cittadini.
“Il dato regionale rispecchia la situazione nazionale, con 4.000.000 di italiani che
conoscono la fame, 590.000 anziani in stato di estremo bisogno, 1.470.000 famiglie in condizioni di povertà assoluta e 50.000 persone che vivono in strada. La priorità di un governo che abbia a cuore il bene dei connazionali dovrebbe essere questa: la lotta alla povertà, “nuova” e vecchia ed alla disoccupazione”: aggiunge il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.
Che fare?
“E’ necessario un intervento risolutivo di revisione della legge Fornero ed si deve accantonare l’ Ape (il contestato anticipo pensionistico che dovrà essere restituito con un prestito ventennale e con interessi salati, ndr), varando una vera riforma che liberi posti di lavoro che garantiscano ai più giovani la possibilità di accedere al mondo dell’impiego e garantirsi un futuro. Innescando un circolo virtuoso che rimetta in moto l’economia. Come è del tutto evidente che si debba mettere mano anche alla normativa che ha consentito il dilagare dei voucher, un sistema di pagamento dei lavoratori senza diritti che in Emilia-Romagna è imposto a 165mila precari pagati , nuovi schiavi da 5/6 euro l’ora. Più volte come Ugl Emilia-Romagna abbiamo sollevato il problema ed abbiamo chiesto di rivedere il sistema. Adesso non si può più tergiversare”: conclude Tullia Bevilacqua.