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Commercio in Emilia Romagna: dopo l’incertezza, un passo indietro delle vendite

Mentre prendono il via i saldi invernali, e la possibilità di acquisti a prezzi scontati, arrivano i dati del terzo trimestre 2016 dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna. Dopo il segnale di incertezza, nel terzo trimestre arriva un passo falso: le vendite a prezzi correnti subiscono la più ampia flessione tendenziale dall’inizio del 2015 (-1,0 per cento) per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna. La ripresa dell’attività produttiva non si traduce in una crescita diffusa dei consumi, gravati dall’incertezza. Nella stessa ampia misura si riduce la quota delle imprese che rilevano un aumento e si amplia quella delle imprese che subiscono una diminuzione tendenziale delle vendite e il saldo peggiora decisamente scendendo da +4,4 a -21,2 punti. Nel complesso peggiorano solo leggermente i giudizi sull’eccedenza delle giacenze, il saldo sale da 8,7 a 9,8 punti percentuali. Grazie anche alla stagionalità, è atteso un auspicabile miglioramento sensibile delle vendite nel quarto trimestre.

Le vendite hanno fatto un passo indietro per tutte le tipologie del dettaglio. Lo specializzato alimentare ha incontrato le maggiori difficoltà con una più marcata flessione delle vendite (-1,7 per cento). A sorpresa, l’arretramento è stato della stessa ampiezza anche per l’aggregato degli iper, super e grandi magazzini (-1,7 per cento). Solo lo specializzato non alimentare ha mostrato una maggiore tenuta (-0,6 per cento). Grazie alla stagionalità, le attese restano decisamente orientate verso un aumento delle vendite nel corso del quarto trimestre per gli iper, super e grandi magazzini e moderatamente per il dettaglio specializzato, alimentare e non.

La dimensione delle imprese.

Si conferma la forte correlazione tra andamento delle vendite e dimensione aziendale. Il segno rosso nel trimestre è marcato per la piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) e per le medie imprese (da 6 a 19 addetti), con cali rispettivamente pari a -1,4 e -1,7 per cento, mentre la contrazione risulta più lieve per le imprese con 20 o più addetti (-0,4 per cento). Le attese di un miglioramento delle vendite nel quarto trimestre sono generalizzate, ma le prospettive riassunte nei saldi dei giudizi risultano marginalmente positive per le imprese di piccola dimensione, solo poco più chiaramente positive per quelle medie, mentre sono più decisamente ottimistiche tra le strutture maggiori, su livelli analoghi a quelli dello scorso anno.

Il Registro delle imprese.

Alla fine del terzo trimestre erano attive 46.622 imprese del dettaglio, con un calo dell’1,0 per cento (469 unità) rispetto a un anno prima. A livello nazionale la tendenza negativa è più lieve (-0,5 per cento). Grazie anche all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, crescono rapidamente solo le società di capitale (+4,2 per cento, +174 unità). All’opposto, si riducono le società di persone (-336 unità) e le ditte individuali (-311 unità).

















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