Il Centro Lavoratori Stranieri della Cgil, interviene in riferimento alla ricerca presentata ieri in consiglio comunale a Modena sulla percezione di insicurezza dei modenesi nella vita in città e
nei quartieri.
Cls/Cgil ritiene che il prevalente senso di sicurezza manifestato dagli intervistati (come emerge dalla lettura dei dati) sia da attribuirsi al modello sociale consolidato negli ultimi anni che, anche per quanto riguarda l’immigrazione di cittadini stranieri, ha limitato la costituzione di ghetti, predisposto piani di intervento per il loro superamento laddove sono presenti, e favorito momenti di incontro e di integrazione.
In questo processo di costruzione di cittadinanza allargata, hanno giocato un ruolo positivo, oltre all’Amministrazione cittadina, anche i Sindacati e
il mondo dell’associazionismo.
Ci preme però sottolineare – prosegue il Cls/Cgil -che rimangono aperti ancora molti problemi per i
cittadini stranieri regolarmente residenti.
Tra questi, la mancanza di diritto di voto politico e amministrativo priva la città del contributo positivo di tante persone al governo pubblico.
D’altra parte, ragioni economiche e sociali contribuiscono ad alimentare nuovi flussi migratori per i prossimi anni. Proprio per questo è
necessario, da un lato, continuare a governare con equilibrio lo sviluppo del territorio, dall’altro, abolire le discriminazioni contenute nella legge Bossi-Fini che rendono la vita dei cittadini stranieri sempre più intesa come parcheggio temporaneo legato al lavoro e non come occasione per
contribuire allo sviluppo economico-civile della città.
E’ fortemente discriminante per gli oltre 20.000 stranieri residenti che vivono e lavorano nella nostra città e oltre 60.000 in tutta la provincia,
dover rinnovare ogni anno il permesso di soggiorno, con rallentamenti burocratici e tempi di attesa per i rinnovi che sfiorano i 6 mesi di
attesa. Questa discriminazione non può che essere superata cancellando la legge Bossi-Fini e svincolando il permesso di soggiorno dal contratto di lavoro.
E’ necessaria una particolare attenzione verso le seconde generazioni di immigrati che punti a favorire la crescita di modelli culturali intrecciati. La scuola può rappresentare il punto di riferimento
privilegiato per favorire il corretto inserimento e una crescita culturale equilibrata di tutti gli studenti. Questa è la base per continuare a far
crescere una città che sappia valorizzare le differenze e progressivamente tutte le forme di discriminazione.