Il Consiglio comunale ha respinto con il voto contrario della maggioranza e il voto favorevole di Modena a colori, Alleanza Nazionale e Forza Italia l’ordine del giorno presentato da Baldo Flori e Paolo Ballestrazzi sulla costruzione di un “Patto di convivenza” e di una “Carta dei diritti e dei doveri”.
“Servono documenti che indichino regole chiare, condivise e rispettate anche dagli immigrati, per evitare situazioni discriminanti che fanno sentire i modenesi estranei in casa propria”, ha spiegato il consigliere Ballestrazzi. “È fatuo e illusorio pensare di risolvere i problemi dell’immigrazione allargando i diritti, in particolare concedendo il diritto di voto, se non si cerca prima di costruire l’integrazione attraverso la condivisione di valori e di doveri”.
Nel dibattito, Achille Caropreso di Forza Italia ha ricordato che “Ormai ci sono tanti ragazzi di colore che parlano con accento modenese, eppure non sono cittadini italiani. È necessario intervenire o sull’articolo 48 della Costituzione o sulle norme di accesso alla cittadinanza, mentre non ha senso agire con iniziative a macchia di leopardo”.
Il presidente della Consulta stranieri Bueno Kindelan Liubertsi ha ricordato che “Una carta di diritti e doveri non ha un valore giuridico chiaro, perché chi non la rispetta non può essere punito. Penso che si debba perseguire l’integrazione fino in fondo, consentendo a chi viene in Italia perché qui vuole restare di ottenere la cittadinanza, partecipare alla vita politica e alle elezioni amministrative”.
Alberto Caldana della Margherita ha sottolineato che “nessuno ha in tasca la ricetta dell’integrazione ma bisogna lavorare sul diritto di cittadinanza e di voto. Naturalmente, quando gli immigrati avranno il diritto di voto anche le loro istanze riceveranno maggiore attenzione”.
Secondo Michele Barcaiuolo di AN, “dare solo il voto amministrativo significa considerarlo un voto di serie B. Sarebbe bene riflettere sugli strumenti che portano alla cittadinanza, e comunque precisare quali sono i diritti e i doveri da inserire in questa carta”, mentre Cigni ha ricordato come “la legge Bossi-Fini ha sempre considerato gli immigrati soltanto come braccia da lavoro, ma il cuore dei problemi sono i diritti e i doveri, in una società che di fatto è già multirazziale”.
Giuseppe Campana dei Ds ha precisato che “la vera carta è la Costituzione, che va sostenuta e fatta conoscere. La questione della cittadinanza non deve essere confusa con quella del voto amministrativo agli stranieri, un tema su cui questo Governo probabilmente vorrà lavorare”. “Assieme al diritto di voto servono strumenti di consapevolezza”, ha detto Isabella Massamba: “anche quando si è dato il voto alle donne si era detto che non erano ancora pronte per farlo”.
Andrea Galli di Forza Italia ha ricordato che “I valori della nostra civiltà sono minoritari nel mondo, non dobbiamo dare per scontato che le altre persone abbiano la nostra stessa impostazione, ma chiedere loro di riconoscere i diritti in cui crediamo”.
Nella sua replica, il consigliere Ballestrazzi ha sottolineato l’importanza di “individuare un percorso che costruisca una condizione di idem sentire con gli stranieri che vogliono vivere qui. Le norme sull’acquisizione della cittadinanza sono diventate troppo restrittive, ma è opportuno ricordare che accanto ai diritti ci sono anche i doveri”.