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Papa Francesco a Carpi e Mirandola

Papa Francesco è arrivato a Carpi, per la visita alle zone colpite nel 2012 dal terremoto dell’Emilia. Due i momenti centrali della visita: la messa di questa mattina in Piazza Martiri a Carpi e l’incontro con le popolazioni terremotate nel pomeriggio a Mirandola. L’atterraggio dell’elicottero con a bordo il Papa è avvenuto con circa 10 minuti di anticipo rispetto al previsto.
Salutato dagli applausi e dalle grida dei fedeli presenti ai bordi del campo, il Papa – accompagnato dal sostituto della Segreteria dio Stato, mons. Angelo Becciu, e dal prefetto della Casa Pontificia, mons. Georg Gaenswein – è stato accolto dal vescovo di Carpi, mons. Francesco Cavina, dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dal prefetto di Modena, Maria Patrizia Paba, dal sindaco di Carpi, Alberto Bellelli e da altre personalità.

 

“Nel mistero della sofferenza Gesù ci offre l’esempio di come comportarci: non fugge la sofferenza, che appartiene a questa vita, ma non si fa imprigionare dal pessimismo”. Così il Papa nella messa in Piazza Martiri a Carpi. “C’è chi si lascia chiudere nella tristezza e chi si apre alla speranza – ha sottolineato -.
C’è chi resta intrappolato nelle macerie della vita e chi, come voi, con l’aiuto di Dio solleva le macerie e ricostruisce con paziente speranza”. “Non lasciamoci imprigionare dalla tentazione di rimanere soli e sfiduciati a piangerci addosso per quello che ci succede – ha proseguito -. Non cediamo alla logica inutile e inconcludente della paura, al ripetere rassegnato che va tutto male e niente è più come una volta. Questa è l’atmosfera del sepolcro; il Signore desidera invece aprire la via della vita, quella dell’incontro con Lui, della fiducia in Lui, della risurrezione del cuore”.

Dopo aver celebrato la messa a Carpi di fronte a circa 70mila persone, nel pomeriggio il pontefice si è recato a Mirandola. “Vi ringrazio, ringrazio l’esempio che avete dato a tutta l’umanità, l’esempio di coraggio, di andare avanti, di dignità”. Lo ha detto papa Francesco, aggiungendo queste parole ‘a braccio’ al suo discorso alle popolazioni terremotate dell’Emilia, fatto nella piazza antistante il duomo tuttora inagibile di Mirandola. Dando poi la sua benedizione, il Papa ha aggiunto: “E per favore, vi chiedo di pregare per me”, applauditissimo dalle migliaia di fedeli.

















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