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Scuole Medie Marconi Modena, inaugurato il nuovo ambiente di apprendimento per le Lingue

La scuola secondaria di primo grado “G. Marconi”, che da quest’anno fa parte dell’Istituto Comprensivo 10 di Modena, è sorta nel settembre 2010, quando i tagli del tempo pieno raggiungevano il loro apice. Meno tempo a scuola, più didattica laboratoriale, più cooperative learning e più attività extracurriculari: è così che il corpo docente, allora come oggi, ha raccolto la sfida dell’innovazione didattica per contrastare la regressione e attrezzarsi senza indugi per rispondere in modo adeguato alle sfide del XXI secolo.

Grazie a un’importante collaborazione con l’Università di Trento e la Erickson la scuola Marconi era stata pioniera del cooperative learning, una metodologia di gestione della classe, attraverso la quale gli studenti apprendono in piccoli gruppi, condividendo la responsabilità del percorso.

Con la partecipazione a uno dei primi Piani Nazionali per la Scuola Digitale cominciò a esplorare un’altra delle nuove frontiere dell’innovazione didattica e in tutte le classi vennero introdotte le Lavagne Interattive Multimediali.

Molti passi avanti vennero fatti durante la dirigenza del prof. Renato Luisi che favorì sia la dotazione delle infrastrutture necessarie, sia l’acquisizione dei dispositivi, ma soprattutto la partecipazione a progetti importanti come quello europeo delle Classi 2.0, per l’introduzione della didattica digitale a sostegno degli apprendimenti. La scuola Marconi partecipò così al gemellaggio con le scuole “Cadeo e Pontenura” di Piacenza e “Caneva” di Pordenone, inserendosi in un percorso di rinnovamento che si stava diffondendo a livello nazionale.

Seguirono gli anni delle tre edizioni dei progetti iTEC, in collaborazione con Unimore. In questa occasione la scuola aumentò lo spazio e il tempo di apprendimento attraverso le classi virtuali Edmodo, un social network per le scuole, dove un redivivo prof. Darwin sperimentò l’e-learning sul tema dell’evoluzione.

Nel tempo, la scuola Marconi ha rotto i confini delle classi, lavorando sempre più in modalità “classi aperte”, e trasformando in spazio di apprendimento anche i corridoi, opportunamente muniti di arredi adatti al lavoro cooperativo in piccoli gruppi omogenei o misti, a seconda delle esigenze didattiche.

La scuola media Marconi può dirsi una scuola a vocazione linguistica. Sia per la sua connotazione multiculturale, sia per l’ampia offerta di lingua 2 che vede, accanto all’inglese, la possibilità di scegliere l’apprendimento di un’altra lingua europea tra il francese, il tedesco e lo spagnolo. Lo studio di più lingue straniere è un elemento che non solo eleva la qualità dell’offerta formativa, ma è una vera e propria filosofia di insegnamento: conoscere le lingue vuol dire superare confini, abbattere muri e costruire ponti. In un’Europa che sta vivendo una profonda crisi, in un mondo che inizia a costruire nuovi muri, il messaggio della scuola deve essere di apertura, accoglienza e riconoscimento dell’altro. Ecco perchè da alcuni anni la scuola “G. Marconi” ha cercato di superare i confini nazionali, rendendo l’Europa una realtà vissuta quotidianamente attraverso la partecipazione a progetti di gemellaggio elettronico tramite la piattaforma eTwinning e a progetti Erasmus+ KA2 che prevedono la mobilità fisica degli alunni.

E il 31 marzo, alla presenza dei genitori, del Prof. Renato Luisi, della dott.ssa M.Grazia Roversi, direttrice del Settore Istruzione del Comune di Modena, e degli insegnanti di lingue e di altre materie, la Dirigente scolastica M.Teresa Collaro ha inaugurato il nuovo ambiente di apprendimento per le Lingue, denominato INTERLAB 3.0, fondendo le parole “international” e “laboratory” e per sottolinearne le caratteristiche di innovazione e creatività. L’aula è stata realizzata sulla base di  chiavi di arredo e strumenti di lavoro più moderni, correlati alle metodologie didattiche dell’apprendimento collaborativo, del problem based learning e, più in generale, della didattica attiva. Grazie alla presenza di isole e colonnine, sarà possibile attuare una didattica digitale di tipo BYOD (“Bring Your Own Device”), che prevede l’utilizzo dei dispositivi elettronici portati dagli studenti, quali smartphone, tablet, ecc.

Il laboratorio è stato realizzato con i fondi scolastici per l’acquisto di un monitor a funzione full-touch e di banchi a isola; la realizzazione dell’allestimento è stato possibile grazie ad attività di autofinanziamento e al contributo del Comitato Genitori, che ha messo a disposizione anche competenze tecnico-pratiche per la realizzazione di finiture di arredi ed elementi estetici.

Ragazzi delle classi terze hanno presentato alcuni strumenti digitali per la didattica e hanno spiegato, dal loro punto di vista, l’utilità di tali innovazioni e come queste riescano a motivarli e a sollecitare la loro attenzione nell’apprendimento delle conoscenze e nello sviluppo delle competenze. Forse il Piccolo principe pensava anche a loro quando disse “Non darmi ciò che desidero, ma ciò di cui ho bisogno. Insegnami l’arte dei piccoli passi.” L’impegno della scuola è di trasformare, a poco a poco, tutti gli spazi in nuovi ambienti di apprendimento per favorire il benessere  e il successo di tutti gli alunni.

 

















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