A Carpi, giovedì 18 maggio, due straordinari appuntamenti con don Maurizio Patriciello che da anni si batte contro le ecomafie che hanno martirizzato la sua terra.
Alle 18 è previsto un incontro presso l’Oratorio cittadino in via Santa Chiara insieme ai giovani dell’Agesci e di Libera e di tutti quelli che vorranno partecipare. La sera don Maurizio Patriciello riceverà in Teatro Comunale il premio dedicato alla figura di Mamma Ninna e racconterà brevemente la sua esperienza di lotta.
«Non sono una madre. Sono un sacerdote. Sono un padre. Padre Maurizio. Ma di madri piangere sui propri figli ne ho viste tante. Troppe». Così scrive don Maurizio Patriciello, sacerdote simbolo della lotta contro la Camorra e i reati ambientali nella Terra dei Fuochi.
«Tutto questo succede nella Terra dei fuochi, che è la mia terra. Al tempo dei papiri e delle tavolette cerate era la Campania felix, in quello di Twitter e Facebook è la pattumiera d’Italia. Una discarica dove ogni anno vengono avvistati seimila roghi di rifiuti, che inceneriscono scorie industriali, sprigionano veleni, ammorbano l’aria e uccidono la vita nei campi.» Tutto ha inizio nella notte dell’8 giugno 2012, quando Padre Maurizio si sveglia assalito da una puzza insopportabile a cui è impossibile sfuggire. Per lui è come una chiamata del Signore: accende il computer e su Facebook comincia a raccogliere la protesta della gente che, impotente, si è vista man mano avvelenare la propria campagna.
Maurizio Patriciello, nato in una famiglia cattolica, appena maggiorenne abbandona la Chiesa per aderire a una confessione evangelica, che lascerà a sua volta otto anni dopo. Una notte, avvilito e scoraggiato, prega: «Signore, so che ci sei e che mi condurrai al porto desiderato…». A Napoli offre un passaggio a un frate vestito di grigio. È fra Riccardo, francescano rinnovato. Il ritorno alla Chiesa cattolica e la vocazione al sacerdozio furono tutt’uno. A 29 anni, lascia quel poco che ha costruito – lavorava in ospedale come paramedico – ed entra nel seminario teologico di Capodimonte. Parroco in un quartiere povero della periferia napoletana inizierà a collaborare con il quotidiano «Avvenire». Lo scempio ambientale lo “costringerà” a impegnarsi per la salvezza della sua terra e della sua gente.