L’occlusione cronica totale delle coronarie è stato al centro dell’incontro organizzato nei giorni scorsi dalla Struttura Complessa di Cardiologia del Policlinico di Modena, diretta dal prof. Giuseppe Boriani. L’incontro ha visto operare gli emodinamisti del Policlinico di Modena – dottor Daniel Monopoli, prof. Rosario Rossi, dottor Fabio Sgura – in collaborazione con i colleghi dell’Ospedale Civile e in particolare col dottor Daniele Iaccarino, della Struttura Complessa di Cardiologia dell’Ospedale Civile di Baggiovara, diretta dal dottor Stefano Tondi. Il convegno ha previsto alcuni interventi live eseguiti nell’Emodinamica del Policlinico.
Il convegno ha voluto fare il punto su una nova metodica utilizzata in Emodinamica, che comporta la rivascolarizzazione delle occlusioni coronariche. “Le occlusioni totali croniche coronariche – spiega il prof. Giuseppe Boriani – sono caratterizzate da una completa chiusura della dell’arteria coronarica presente da almeno tre mesi. Si riscontrano in circa il 25-30% dei pazienti affetti da cardiopatia ischemica e sono frutto di un’evoluzione progressiva, nel corso di mesi o anni, della patologia coronarica. Questa occlusione lenta permette all’organismo di creare percorsi alternativi che preservano dalla necrosi il miocardio ma non ne garantiscono l’adeguata funzionalità. Si crea quindi un’ischemia cronica col risultato che il muscolo cardiaco ha delle contrazioni anomale che, nel caso di uno sforzo fisico possono portare a una crisi cardiaca”.
“Queste procedure sono più complesse di una normale angioplastica coronarica, pur avendo il medesimo approccio – aggiunge il dottor Stefano Tondi – e sono riservate a pazienti molto selezionati, dopo una valutazione adeguata del caso e dei possibili benefici della disostruzione coronarica”.
Il meeting si è concluso dibattendo le nuove prospettive nel trattamento delle occlusioni coronariche come ulteriore opzione di trattamento delle forme croniche di patologia ischemica, in aggiunta ai farmaci. Quanto discusso è una ulteriore conferma dell’impegno delle strutture di Cardiologia del Policlinico e dell’Ospedale Civile Estense nell’offrire un’ampia gamma di trattamento per la cardiopatia ischemica, una patologia che rimane in Italia nella provincia di Modena la prima causa di morte in soggetti adulti. Il trattamento della cardiopatia ischemica pertanto ha oggi la possibilità di coprire sia le fasi croniche della stessa patologia, sia le fasi acute, con la rete dell’infarto acuto, ove le due cardiologie modenesi lavorano in modo integrato e sinergico, in un team di emodinamisti coordinato dal dottor Paolo Magnavacchi. Questo consente di offrire le migliori possibilità di trattamento ai pazienti della nostra area geografica.