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‘Patto di comunità’ dei Comuni del Distretto Ceramico, la firma in piazza a Fiorano sabato 27

Sabato 27 maggio 2017, in Piazza Ciro Menotti a Fiorano Modenese, verrà sottoscritto il ‘Patto di comunità’ dei Comuni del Distretto Ceramico, iniziativa promossa dal Forum Terzo Settore della provincia di Modena insieme all’Associazione Servizi per il Volontariato di Modena,  con il supporto di alcune associazioni ed enti del territorio, tra cui AssSde, Gulliver, CSI.

Alle ore 10.30 arriva in piazza il bus di Seta attrezzato per il trasporto disabili, parte della nuova flotta di automezzi che viaggerà sulla linea urbana di Sassuolo, dotati di pedana con agganci per le carrozzine.

Alle ore 11 avviene la sottoscrizione del Patto di Comunità con l’intervento di Annalisa Lamazzi e Maurizio Davolio per il Forum provinciale del Terzo Settore, Maurizio Caminati, rappresentante del Tavolo delle Disabilità dell’Unione dei Comuni del Distretto Ceramico, Vanni Bulgarelli, presidente di Seta, Maria Costi e Francesco Tosi presidente e assessore dell’Unione dei Comuni del Distretto Ceramico.

La cerimonia si conclude alle ore 11.30 c on un buffet e musica di Radio Liberamente. Sarà distribuito un opuscolo con il testo del Patto di Comunità, volto alla promozione di una nuova cultura e approccio alla disabilità, che indirizzino alle scelte di progettazione del territorio.

I sottoscrittori sono convinti che, nonostante i passi avanti registrati, sia sul piano delle politiche sociali e dei servizi, che su quello culturale, vi sia ancora molto da fare perché le disabilità entrino a pieno titolo nella sfera del diritto che regola la vita della comunità, in tutti i suoi ambiti e aspetti.

Vi sono tante disabilità, che richiedono risposte e interventi differenziati, ma tutti finalizzati ad un unico obiettivo e alla stessa finalità: quello di realizzare  le condizioni affinché le disabilità  non siano fattore di discriminazione, di emarginazione, di perdita o di messa in discussione, anche solo di una parte, dei diritti  di cittadinanza, così come, purtroppo, avviene ancora oggi.

“Partiamo dalla convinzione che un assetto complessivo della vita e dell’agire di una comunità a dimensione dei più ‘deboli’ sia un assetto più rispondente alle esigenze di tutti, e, quindi, qualitativamente migliore per tutti”. L’assetto della comunità di oggi, in tutti i suoi aspetti, è tendenzialmente  pensato e realizzato secondo canoni propri di una società di sani e forti. Questo assetto va ripensato. E’ un approccio culturale che va capovolto.

Una scelta e un indirizzo che coinvolgono l’intera comunità nel suo complesso, dalle istituzioni alle forze sociali ed economiche, dai produttori di cultura e di formazione dei cittadini ai centri e strumenti di aggregazione, alle associazioni di volontariato operanti nel socio-sanitario e nell’organizzazione del tempo libero,  ai semplici cittadini in generale, e risultato di una chiara e netta scelta politica socio-culturale, che sappia anche rivedere l’uso e le finalità delle risorse.

Una scelta che investe una molteplicità di aree: l’assetto urbanistico, la viabilità e la mobilità, il patrimonio abitativo, i servizi, le attività e le strutture commerciali, quelli sportivi, culturali e di aggregazione, i servizi a sostegno delle persone disabili e delle famiglie, i rapporti e le collaborazioni fra famiglie, istituzioni e servizi.

L’approccio alla problematica delle disabilità non deve essere basato su sporadici interventi spot, che tengono conto solo della situazione o emergenza presente, ma deve essere il frutto di una strategia di lungo termine, che sappia tenere conto di quelle disabilità che coinvolgono persone la cui situazione va oltre la presenza dei genitori e dei famigliari. Va data una risposta domanda: “che cosa succederà dopo di noi?”

Il principio guida si basa su partecipazione – consultazione – trasparenza – presenza   del mondo della disabilità e delle associazioni che la rappresentano, là dove si progettano e si decidono le scelte che determinano l’assetto complessivo della vita della comunità; comunità intesa come insieme di tante e diverse specificità, il cui assetto non è che il risultato delle scelte degli uomini e delle donne che la compongono e del peso che in essa ha ogni singola specificità.

E’ quindi necessario che si apra una nuova stagione di partecipazione e di consultazione dei soggetti portatori dei bisogni e degli interessi delle diverse disabilità.

Le istituzioni e le associazioni coinvolte si impegnano a compiere una verifica sulla situazione  esistente in merito alle strutture oggi esistenti, ai centri di aggregazione sociale e culturale, alle strutture per attività sportive, nonché alle attività e ai progetti attualmente in essere, per definire una sorta di mappa dell’esistente e per definire un piano di intervento teso a rimuovere tutte le situazioni che limitano o impediscono l’uso di queste strutture e la fruizione di luoghi e momenti di fruizione dei servizi per i portatori di disabilità e per i loro famigliari.

















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