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Minori stranieri a Modena, il progetto WelcHome in Questura

Procedure semplificate per l’ottenimento dei permessi di soggiorno destinati ai minori stranieri non accompagnati e la garanzia che il raggiungimento dei 18 anni non si tradurrà per loro nell’interruzione dei percorsi di studio, formazione professionale e integrazione avviati. Hanno discusso soprattutto di questi temi le famiglie WelcHome che partecipano all’omonimo progetto accogliendo Msna (minori stranieri non accompagnati), mercoledì 31 maggio in Questura durante un incontro a cui ha partecipato il personale dirigente dell’Ufficio Immigrazione.

Ad accompagnare le famiglie, oltre ad alcuni dei ragazzi stranieri accolti, anche l’assessore a Welfare e Coesione sociale Giuliana Urbelli.

Le famiglie hanno portato la loro esperienza e discusso con il personale della Questura di problemi pratici come le difficoltà nell’ottenimento dei documenti per questi ragazzi, oltre che delle preoccupazioni inerenti la conversione del permesso di soggiorno al raggiungimento della maggiore età per non vanificare il percorso di integrazione fin qua attuato. Un confronto attuato anche alla luce della recente legge n. 47/2017 “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati” che intende rafforzare le tutele garantite ai Msna e assicurare maggiore omogeneità nell’applicazione della normativa.

“Una legge che –  afferma l’assessora Urbelli – con le Linee guida sull’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, che andranno in Giunta a breve, e con il progetto WelcHome  abbiamo in un certo senso anticipato. Le linee guida, costruite insieme ai soggetti del Terzo settore, recepiscono la normativa ma danno anche indicazioni precise sull’accoglienza in comunità e in famiglia. WelcHome è invece un progetto sperimentale di accoglienza in famiglia promosso insieme a realtà dell’associazionismo e del volontariato, che coinvolgendo anche il tessuto sociale vuole favorire la capacità dei ragazzi di riformulare un percorso di vita. Sono 15 le famiglie che hanno aderito aprendo le porte delle loro case ad altrettanti ragazzi”.

Si tratta per lo più di ragazzi alla soglia della maggior età che hanno già fatto un percorso in comunità dimostrando buone capacità di autonomia e volontà di partecipare alla vita sociale e a percorsi d’integrazione. Fondamentale è il ruolo del volontariato nel costruire una rete che dia alle famiglie supporto affettivo e un aiuto concreto nelle attività pratiche, dall’avvicinamento al lavoro all’accompagnamento per il disbrigo delle pratiche.

Complessivamente 98 i minori stranieri non accompagnati che il Comune di Modena ha in tutela (essendo ritenuti dalla legge in stato di abbandono,  il Comune è chiamato ad assumerne la funzione di tutore). Per ognuno di loro i Servizi sociali attivano un progetto personalizzato avvalendosi anche dell’apporto di altri professionisti, come medici, psicologi e pedagogisti, a seconda dei bisogni del ragazzo. A Modena sono due i percorsi di accoglienza previsti: in comunità o in famiglie affidatarie (attualmente si tratta in particolare di famiglie WelcHome),

Diverse sono anche le tipologie dei Msna: da una parte ci sono cioè adolescenti giunti in Italia con il consenso dei genitori che, seppure a distanza, mantengono i rapporti con i familiari; dall’altra ragazzi che fuggono da paesi in guerra o da condizioni di gravissima povertà che giungono dopo lunghi viaggi duranti i quali sono spesso oggetto di violenza e hanno bisogni educativi importanti, oltre che bisogni di cura, per i quali l’inserimento in famiglia è particolarmente importante.

Attualmente dei 98 minori stranieri in tutela al Comune (39 quelli giunti da inizio anno) 17 sono accolti in famiglia, 81 in diverse comunità presenti sul territorio comunale o nei Comuni limitrofi. I posti in comunità vengono autorizzati anche attraverso determine dirigenziali secondo una programmazione pianificata di anno in anno. Recentemente due determine (consultabili on line sul sito del Comune) hanno riguardato l’attivazione di ulteriori 3 posti (rispetto ai 12 già presenti) in una comunità e di altri due posti in un’altra comunità (dove sono 10 in totale i posti per msna). Si tratta quindi di complessivi cinque posti occupati in comunità autorizzate che da molto tempo operano per i minori.

















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