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Distretto biomedicale in lutto, è morto l’imprenditore Mario Veronesi

E’ morto ieri sera il dottor Mario Veronesi, imprenditore “padre” fondatore del distretto biomedicale di Mirandola. Veronesi, classe 1932, si è spento serenamente nella sua abitazione a Mirandola. Era stato ricoverato alcune settimane fa nel reparto di nefrologia di Carpi, dove era stato dimesso pochi giorni fa. La salma è stata trasferita in mattinata a Terra Cielo Mirandola. Le esequie saranno celebrate giovedì alle 16 nella chiesa di via Posta.

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Il ricordo del sindaco di Mirandola, Maino Benatti: «Di Mario Veronesi mi ha sempre colpito l’eccezionale capacità di interpretare il presente anticipando il futuro. È stato un visionario nel senso più alto del termine, un uomo che aveva una visione ampia di come girava il mondo e che ha saputo tradurre i suoi sogni in una realtà di cui ha beneficiato tutta la nostra comunità.

Ha fondato il distretto biomedicale che ha garantito sviluppo e benessere a una città che era uscita dalla seconda guerra mondiale prostrata e che faticava a trovare un suo ruolo nell’Italia della ricostruzione. La sua intuizione ha segnato una via che le amministrazioni comunali hanno cercato di favorire, per quanto di loro competenza.

Con i Sindaci che si sono succeduti a Mirandola ha sempre avuto un rapporto franco, schietto, ma sempre corretto e rispettoso dei ruoli. È stato un imprenditore eccezionale, ma da Sindaco ho avuto anche il piacere di conoscerlo come persona, scoprendo un lato estremamente gioviale e umano. Aveva avuto successo nel mondo ma restava profondamente attaccato alle sue radici mirandolesi, alla sua famiglia, ai suoi amici di sempre.

Negli ultimi anni, al suo ruolo da imprenditore ha affiancato quello di “ambasciatore” del biomedicale. Ci ha aiutato a costituire Mobimed, la mostra permanente sul biomedicale, ed è stato uno degli artecifici dei festeggiamenti del 50esimo anniversario del biomedicale, nel 2012.

Avevo accolto con piacere la sua richiesta di pubblicare un libro che raccontasse, finalmente in modo esauriente, l’epopea del biomedicale. Il volume, che sarà edito dalla casa editrice “Il Mulino” e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, è attualmente in lavorazione e uscirà entro il 2017. A scriverlo saranno alcuni dei principali studiosi italiani dei distretti, che raccontaranno passato, presente e futuro del biomedicale mirandolese. Sarà ovviamente dedicato a Veronesi».

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«Ci lascia un gigante dell’imprenditoria modenese. Fino all’ultimo è stato  punto di riferimento di un distretto unico a livello internazionale». Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena, ricorda la figura di Mario Veronesi, imprenditore protagonista della nascita del distretto biomedicale dell’area nord, scomparso lunedì 12 giugno.

«Ci conoscevamo bene – aggiunge Muzzarelli – e per lui avevo ed ho sentimenti di grande stima ed ammirazione. E’ stato decisivo per l’avvio e lo sviluppo di un distretto fondamentale per la nostra economia e per la crescita  di tutta la nostra comunità».

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Alla luce della scomparsa del Dottor Mario Veronesi, Fondazione Democenter  – TPM Mirandola esprime un sentito cordoglio alla famiglia. Il Presidente Erio Luigi Munari, la Vice Presidente Giuliana Gavioli, il Direttore Piergabriele Andreoli della Fondazione e il Responsabile Scientifico del TPM Mirandola Prof. Aldo Tomasi affermano “In questa triste occasione confermiamo l’impegno a proseguire l’azione del Dott. Veronesi, pioniere dell’industria della salute e del benessere delle persone. La sua opera di sviluppo del settore biomedicale ha portato progresso e ricchezza non solo al Distretto Mirandolese ma all’economia di tutto il nostro territorio.”

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“Con la morte di Veronesi l’Emilia-Romagna perde un uomo di valore, un imprenditore geniale e generoso, un simbolo della nostra terra lavoratrice e creativa. La sua vita professionale è quella di un ‘visionario’ che non ha nulla da invidiare a quella dei grandi innovatori d’oltreoceano. Veronesi è partito dal garage della sua casa per costruire un impero industriale riconosciuto nel mondo, che ha contribuito a dare speranza e ad alleviare la vita di tanti ammalati. Senza il suo contributo la realtà del biomedicale nel distretto di Mirandola non sarebbe di sicuro la stessa. Sono vicino alla moglie Bianca, alle figlie, ai nipoti, ai quali va il mio cordoglio e quello dell’intera Giunta regionale”.

Così, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha ricordato oggi Mario Veronesi, scomparso ieri sera nella sua abitazione di Mirandola, nel modenese.

“Oggi il mondo economico perde il padre fondatore di una realtà, quella del biomedicale, che si è fatta valere nel mondo- ha aggiunto l’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi-. La nostra terra perde una figura storica di emiliano, geniale e concreto, che ha saputo creare una realtà industriale in grado di sfidare il mondo mantenendo la semplicità di chi guarda al domani. Proprio lo scorso anno abbiamo voluto insieme a lui, come Regione Emilia-Romagna, fare il punto sulla salute del distretto biomedicale dopo il sisma, riconoscendo il ruolo che questa realtà economica ha avuto nel percorso di ricostruzione. Una realtà che è entrata in simbiosi con il nostro territorio grazie a figure come Mario Veronesi. A lui va un ringraziamento che è delle istituzioni ma anche degli imprenditori, dei lavoratori e di tutti coloro che abbiano saputo apprezzare le sue doti”.

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«Siamo vicini innanzitutto alla famiglia – afferma il segretario generale della Cisl Emilia Centrale William Ballotta – Il distretto biomedicale ha perso il suo “inventore”, il simbolo stesso del biomedicale made in Italy nel mondo. Veronesi ha trasformato l’Area Nord, che era un territorio a vocazione agricola, in uno dei motori del Pil italiano, creando migliaia di posti di lavoro».

«Veronesi ha sempre riconosciuto che le sue aziende erano competitive grazie all’impegno e professionalità delle maestranze, come si è ben visto anche dopo il terremoto del 2012 – aggiunge Rosario Roselli, segretario generale della Femca Cisl Emilia Centrale – I continui investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo per avere prodotti di alta qualità sono l’eredità più significativa che Veronesi lascia agli imprenditori del biomedicale, chiamati a confermare il primato di uno dei fiori all’occhiello dell’economia non solo modenese, ma italiana ed europea».

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La Giunta dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord esprime cordoglio per la scomparsa di Mario Veronesi. “Era un grande imprenditore, tra i più importanti ed influenti del territorio – ricorda il Presidente UCMAN Luca Prandini – Dando origine al settore biomedicale della nostra zona più di 50 anni fa, non ha solo creato lavoro per migliaia di persone, ma ha prima di tutto dato un contributo fondamentale nell’ambito della sanità, di fatto migliorando la vita d’innumerevoli esseri umani. I sindaci dell’Area Nord esprimono vicinanza nei confronti della sua famiglia”.

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“La morte del dott. Veronesi è una grande perdita per tutti noi – ha commentato il Rettore Angelo O. Andrisano –, un professionista a cui va la massima ammirazione dell’intera comunità accademica. E’ stato un vero onore consegnargli personalmente il Sigillo dell’Università di Modena e Reggio Emilia accogliendolo così tra le personalità che più hanno dato lustro al nostro ateneo. Mi unisco alla sofferenza della famiglia e ribadisco profonda gratitudine nei confronti di un imprenditore che ha saputo fare la storia”.

In oltre 50 anni di carriera Mario Veronesi ha contribuito a rendere l’area nord della provincia di Modena uno dei poli industriali più importanti in Italia, il secondo in tutto il mondo. La sua avventura è iniziata nel garage di casa, con la produzione di dispositivi monouso in plastica, grazie a un’intuizione avuta nel corso della sua carriera di farmacista a Mirandola.

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Valter Caiumi, vicepresidente di Confindustria Emilia,  ricorda Veronesi: Con la scomparsa di Mario Veronesi perdiamo un imprenditore di livello straordinario. Le sue intuizioni lo hanno portato a dare vita al distretto biomedicale, uno dei poli più innovativi del nostro sistema industriale.

È stato, infatti, uno dei pionieri dell’epoca gloriosa del connubio tra scienza e industria nel campo sanitario, coniugando le strategie industriali alla tutela della salute e alla realizzazione di apparecchi salvavita ad alta tecnologia.

Non dimentichiamo che ha iniziato a lavorare nel settore biomedicale agli inizi degli anni Sessanta, in un periodo in cui trapianti, organi artificiali, macchinari per la depurazione del sangue, e tutto quello che oggi diamo per scontato, erano al più un’idea a cui tendere e una sfida, non certo la realtà che proprio lui ha contribuito a realizzare.

La sua vita professionale si potrebbe sintetizzare (lui spesso lo diceva) in “niente è impossibile”. Non come credenza superstiziosa ma come fiducia nelle capacità dell’uomo di rispondere ai propri bisogni con l’aiuto della conoscenza e della tecnologia.

Imprenditore geniale e tenace, ha saputo trasformare le idee in soluzioni utili ai sanitari e ai pazienti di tutto il mondo. Soprattutto è stato capace di vedere il valore tecnico e umano di un territorio, la bassa modenese, e di costruire passo dopo passo, a ogni sua nuova avventura imprenditoriale, un modo di fare “filiera” che ha tenuto insieme (e ancora lo fa, a oltre 50 anni dagli inizi) grandi multinazionali, piccole aziende e realtà artigiane in uno dei centri mondiali più importante del biomedicale. Difficile dire cosa sarebbe il distretto mirandolese senza il suo insostituibile contributo. A noi il compito di portare avanti con impegno la sua vocazione imprenditoriale, testimoniata fino all’ultimo.

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“Con la sua scomparsa la nostra comunità perde un innovatore vero, una personalità che incarna quella propensione all’innovazione che non è una prerogative delle imprese, piccole o grandi che siano, ma di uomini. Uomini come lui”. Così Cesare Galavotti, presidente della CNA di Mirandola, piange la scomparsa di Mario Veronesi, il padre del biomedicale, che con lui è nato e cresciuto dando lavoro a migliaia di persone e contribuendo in modo decisivo al benessere dell’area.

“Non credo di esagerare – commenta Galavotti – affiancando il nome di Veronesi a quello di altri grandi imprenditori modenesi come Ferrari e Fini, per fare un paio di esempi. Un uomo in grado di elaborare e sviluppare un’idea in un garage trasformandola in un business capace di attirare l’attenzione su Mirandola di multinazionali del settore, e di fare della biomedical valley della Bassa uno dei centri mondiali più importante del biomedicale. A noi, ora il compito di non dimenticarlo, affinché il suo esempio non vada perduto. Gli saremo per sempre debitori”.

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“Con Mario Veronesi se ne va un grande uomo, che ha saputo intuire e costruire il futuro. E’ stato davvero il padre del distretto biomedicale e le sue scelte imprenditoriali lasciano una eredità preziosa. Dobbiamo dirgli soltanto grazie”.

Lapam Confartigianato commenta così la scomparsa a 85 anni di Mario Veronesi, un imprenditore illuminato e un uomo che non solo ha creato tante imprese, ma ha reso concreto un intero distretto e il suo indotto: “Qualcuno ha scritto che Veronesi era un genio ed è proprio così – rimarca il presidente Lapam, Erio Luigi Munari -. Un genio dell’imprenditoria, un uomo che si è fatto da solo e che con il suo lavoro ha creato occupazione, di più ha creato il distretto del biomedicale e il suo indotto: non si contano le piccole imprese biomedicali che sono nate grazie a queste scelte, senza contare quelle dell’indotto (meccanica di precisione e gomma plastica). Grazie al lavoro di Veronesi e di chi lo ha seguito nel polo biomedicale si è generata eccellenza e competenza, tanto che dopo il terribile terremoto le grandi multinazionali non hanno spostato altrove i propri impianti produttivi, ma sono ripartite da Mirandola”.

Munari conclude: “Anche la creazione del tecnopolo biomedicale, in fondo, la si deve a Veronesi e alla sua geniale intuizione. La sua morte ci lascia immensamente più poveri, ma l’eredità che ci lascia e quello che ha seminato porterà ancora frutti copiosi”.

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La Cgil di Modena si unisce al cordoglio per la scomparsa del dottor Mario Veronesi, abile imprenditore del settore biomedicale che nel perseguire la propria iniziativa imprenditoriale ha stimolato lo sviluppo dell’intero territorio della Bassa modenese.

Veronesi ha certamente dato un contributo importante all’innovazione dei dispositivi per emodialisi e plasmaferesi, dando grande impulso alla ricerca.
In una prospettiva di sviluppo territoriale, ha anche contributo in modo decisivo a sviluppare l’idea di distretto biomedicale, dove non solo si producono presidi sanitari, ma dagli anni Settanta/Ottanta sono venute impiantandosi anche aziende per la produzione di importanti componenti meccaniche ed elettroniche dei macchinari per dialisi, plasmaferesi, ossigenatori.

Al dottor Veronesi va anche riconosciuto il rispetto per il lavoro e la valorizzazione professionale delle maestranze, anche se non sempre ha coinvolto il sindacato nella ricerca di soluzioni condivise nell’organizzazione del lavoro.

Ai famigliari le più sentite condoglianze della Cgil di Modena.

 

















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