È iniziato ieri sera nel Consiglio comunale di Baricella e proseguirà oggi a Malalbergo e domani a Minerbio il percorso partecipato sull’ipotesi di fusione dei tre Comuni.
Dallo “Studio di fattibilità per la riorganizzazione dei servizi e delle funzioni e per la fusione dei Comuni aderenti all’Unione” presentato lo scorso anno emergeva come i tre Comuni costituissero un perimetro pressoché ideale per una fusione considerando sia la dimensione dell’ipotetico nuovo Comune (24.737 abitanti) sia i principali dati economici che evidenziano una grande uniformità sociale fra le tre comunità interessate.
Basta poi guardare una qualsiasi carta geografica per osservare come i tre territori siano strettamente legati fra di loro, ed in alcuni casi quasi si compenetrino: i confini dei tre comuni assieme potrebbero quasi essere inscritti in un cerchio ed inevitabilmente ci sono frazioni dell’uno che gravitano sull’altro.
Anche dal punto di vista storico le comunità di Baricella, Malalbergo e Minerbio si intrecciano: basti pensare che l’atto fondativo della comunità minerbiese, datato 1231, è denominato “De pactis Altedi” (Altedo è oggi nel Comune di Malalbergo) a dimostrazione dell’intreccio di storie ed episodi locali.
“Le nostre istituzioni – affermano i sindaci dei tre comuni Andrea Bottazzi, Monia Giovannini e Lorenzo Minganti – sono abituate ormai da tempo a lavorare proficuamente assieme: tutte fanno parte dell’Unione Terre di pianura, condividendo diversi servizi. Minerbio e Baricella condividono da anni mensa scolastica, segretario comunale, assistente sociale, ed attività produttive. Recentemente si sono condivisi tra i tre Comuni anche le funzioni di segretario comunale, Stazione Ecologica e Polizia Municipale e si è provveduto a convenzionarsi affinché la piscina di Altedo sia al servizio dei cittadini di tutti e tre i comuni, e si sta studiando l’unificazione dei servizi tecnici e dell’ufficio tributi.
Ma la collaborazione non è solo tra istituzioni. Su tutti e tre i territori si sono sviluppate storicamente numerose associazioni che collaborano tra di loro e in alcuni casi operano già in ambiti che vanno al di là dei confini amministrativi, promuovendo l’identità locale, l’aggregazione, la cultura e lo sport”.
In caso di fusione il nuovo Comune (che diventerebbe il settimo più popoloso della città metropolitana) riceverebbe allo stato attuale della normativa vigente contributi statali e regionali pari a 19.956.003 euro su un arco temporale di 10 anni. Il nuovo Comune nato dalla fusione non sarebbe inoltre tenuto al rispetto del Patto di stabilità e potrebbe utilizzare gli avanzi di amministrazione.
“Con oggi – è il commento del sindaco metropolitano Virginio Merola – si avvia un percorso, che si concluderà con un referendum popolare, volto ad approfondire vantaggi e svantaggi che deriverebbero dalla fusione dei tre Comuni e dalla nascita di un nuovo Ente. Un percorso a cui come Città metropolitana guardiamo con grande interesse perchè sappiamo bene, anche per le esperienze già vissute, che la fusione consentirebbe agli uffici comunali di essere più efficienti, efficaci, specializzati e di ottenere risparmi ed economie di gestione ed eserciterebbe una maggior capacità attrattiva nei confronti delle nuove attività produttive”.
Nell’ordine del giorno in discussione in questi giorni nei tre Consigli comunali a proposito del referendum si precisa peraltro che “dovrà svolgersi anche qualora in base alla legislazione vigente questo non fosse necessario” e che “tale referendum potrebbe indicativamente svolgersi nella seconda metà del 2018”.
Già dalle prossime settimane si avvieranno le prime assemblee pubbliche in ognuno dei tre comuni e ci saranno forme di dialogo e consultazione anche tramite le nuove tecnologie ed in particolare i social network.
Per quanto riguarda il nome dell’ipotetico nuovo comune, sarà indetto un concorso a cui parteciperanno i bambini e i ragazzi in età scolare di tutti e tre i comuni, garantendo anche su questo punto la partecipazione popolare, volto ad individuare alcune opzioni (indicativamente 4/5) che saranno poi sottoposte a referendum popolare.