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Via libera del Consiglio metropolitano al Bilancio di previsione 2017/2019 e al Documento unico di programmazione

A poco più di un mese dalla prima presentazione in Aula del Bilancio di previsione e del Documento unico di programmazione (Dup), nella seduta di ieri l’Assemblea di Palazzo Malvezzi ha approvato entrambi i documenti con 13 voti a favore (Pd) e 5 contrari (Uniti per l’Alternativa, Rete Civica e Movimento Cinque Stelle).

Un Bilancio di quasi 200 milioni di euro per l’anno in corso così ripartiti: un avanzo di amministrazione vincolato di 5 milioni di euro, 81 milioni di entrate tributarie (in leggero aumento nel triennio), 8,47 milioni di entrate extratributarie (in calo rispetto al 2016), 37,48 milioni di euro di entrate in conto capitale e 11,39 milioni di trasferimenti correnti.

Le spese previste ammontano a 96,64 milioni per parte corrente e 57,45 in conto capitale.

Come previsto dal decreto Milleproroghe per i territori colpiti dal sisma del 2012 la Città metropolitana ha prorogato al 2018 la sospensione dei mutui.

Il Documento unico di programmazione si compone di due sezioni: una prima strategica, articolata in 5 linee programmatiche e in progetti che si riferisce a tutto il periodo del mandato amministrativo in corso e un’altra sezione operativa che ha invece come orizzonte temporale il triennio 2017/2019. La programmazione operativa contiene la programmazione dettagliata di opere pubbliche, del fabbisogno di personale e delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare dell’ente.

“Senza autonomia finanziaria e risorse certe – ha commentato il sindaco metropolitano Virginio Merola – non si amministra più neanche l’esistente, è assolutamente necessaria una riflessione con il Governo sulla gestione delle Città metropolitane”.

“La Città metropolitana – ha confermato in Aula Giampiero Veronesi, consigliere delegato al Bilancio – è un ente che vive di risorse derivate dallo Stato e nonostante l’enorme sforzo di tutti noi nell’amministrarle, i numeri di Palazzo Malvezzi restano molto al di sotto di quanto sarebbe necessario per garantire una vita autonoma dell’ente e un buon servizio ai cittadini”.

















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