E’ stato firmato ieri sera l’Accordo Sindacale di Sito per i lavoratori dipendenti della “G. Bellentani 1821” e per i lavoratori nell’appalto interno delle società Alma spa e Dictum srl.
L’Accordo chiude positivamente una vertenza sindacale che ha visto per la prima volta tutti i lavoratori dello storico salumificio di Vignola mobilitarsi per due giorni di sciopero consecutivo (il 10 e l’11 luglio).
“L’intesa raggiunta – spiegano Filt/Cgil e Flai/Cgil Modena – fissa una serie di regole per il riconoscimento dell’attività sindacale in un sito produttivo complesso: incontri sindacali di sito, informazioni specifiche sugli appalti, censura dei comportamenti antisindacali.
Ci sono inoltre capitoli specifici legati alle rivendicazioni dei lavoratori facenti capo alle varie società.
Per i dipendenti di “G. Bellentani 1821” sono stati concordati la regolarizzazione degli inquadramenti e un salario variabile massimo di 2.400 euro annuali, con erogazione mensile.
Per i dipendenti in appalto della Società “Alma spa”, c’è da subito l’azzeramento di un meccanismo di banca ore, attivato unilateralmente dall’azienda, che ha portato i lavoratori ad accumulare un debito verso l’azienda stessa, ma soprattutto l’impegno, dopo gli annunciati esuberi, di garantire invece gli stessi livelli occupazionali e di arrivare all’applicazione del Contratto Nazionale dell’Industria Alimentare.
Per i dipendenti in appalto della “Dictum srl”, società del “Consorzio Seaman”, è stato definito il recupero di differenze salariali, per le quali subentrerà la “G. Bellentani 1821” proprio grazie al regime della responsabilità in solido ripristinato integralmente dalla recente battaglia referendaria portata avanti dalla CGIL”.
“Questo accordo di sito rappresenta un importante passo avanti nel sistema di relazioni sindacali all’interno di questa tipologia di aziende – dichiarano Marco Bottura della Flai/Cgil e Adriano Montorsi della Filt/Cgil. – Molto importante è stata la solidarietà che si è sviluppata tra i lavoratori, una solidarietà che ha reso possibile una mobilitazione con caratteristiche così intense. Alcuni risultati sono stati ottenuti, altri sono da monitorare. Rimane ancora molto da fare per il riconoscimento degli stessi diritti a chi fa lo stesso lavoro, ma questo è un buon inizio”.