Il Segretario Generale della CST UIL di Modena e Reggio Emilia Luigi Tollari in merito ad una valutazione sulle prospettive economiche e occupazionali delle province di Modena e Reggio Emilia ritiene opportuno fare alcune considerazioni.
“Le prospettive e gli indicatori economici per il settore industriale sono positivi. Da un po’ di tempo registriamo riduzione degli ammortizzatori sociali e grandi gruppi che hanno usufruito di cassa integrazione ora stanno invertendo la tendenza.
Il problema resta capire come questo maggior lavoro possa determinare un incremento di buona e stabile occupazione e non un rientro sporadico ad una situazione fatta di picchi e flessi ove, in sostanza, il ricorso allo straordinario e pochi contratti in somministrazione copra le necessità. Restano drammatiche le condizioni delle persone in particolare anziani e donne che hanno perso il lavoro oltre i 50 anni. Loro non godono più di coperture sociali familiari e se un qualche incentivo alla assunzione potesse essere messo in campo darei a loro la priorità. Per i giovani la situazione va meglio che in altre aree del paese ma la fa da padrone il ricorso prolungato e illimitato allo stage formativo 500 euro al mese tutto incluso. In particolare per i neolaureati tutto ciò può portare alla voglia di emigrare e con loro sfumano gli oneri sostenuti dallo Stato e dalle famiglie per la formazione universitaria conseguita. In agricoltura temiamo molto che la siccità compia danni irreparabili alla intera filiera, mentre continuano a essere ferme tutte le attività a basso valore aggiunto e crediamo sia da irresponsabili continuare ad alimentare il flusso di un esercito industriale di riserva, privo di competenze e difficilmente assimilabile nello striminzito mercato del lavoro presente.
Dal pubblico vediamo solo tagli: tagli alla Sanità, tagli alle Province, con un bilancio ridicolo per una istituzione non abrogata e che andrebbe rialimentata nelle funzioni pre-referendum. Dubitiamo che il saldo tra pensionamenti e nuovi occupati dia un saldo positivo, sia nella scuola che in altre pubbliche amministrazioni. Per essere chiari siamo come UIL contrari al ridimensionamento dell’ospedale di Pavullo, vitale per tutta la zona della montagna.
Ci sarebbe da far ripartire le grandi opere infrastrutturali e con esse l’edilizia. L’area sisma al di là delle dichiarazioni ufficiali, è ancora ricca di problemi, sia legati alla viabilità, (Cispadana dove sei?) sia alla ricostruzione dei centri storici abbandonati. Una politica che si assume responsabilità e prende decisioni stanzierebbe quanto necessita e se le case semidistrutte non vengono ristrutturate dai proprietari, per mancanza di accordi o di interesse, bisogna seriamente pensare a come rimettere le aree abbandonate al degrado a disposizione delle comunità”.