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La Guardia di Finanza di Reggio scopre frode fiscale da 30 milioni di euro

Il Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Reggio
Emilia ha individuato un soggetto cui facevano capo un gruppo di società collegate tra loro con il sistema delle “scatole cinesi”, poi trasferite all’estero senza pagare le imposte dovute in Italia.
Un’operazione partita dal cosiddetto “controllo economico del
territorio”, vale a dire da quei controlli che quotidianamente la Guardia di Finanza esegue su tutto il territorio della Provincia, al fine di ricercare anomalie e indizi di pericolosità fiscale.
E’ così che un trentaseienne di origini moldave è stato segnalato
perché in possesso di molte autovetture e titolare di parecchie
società, non compatibili con la sua posizione fiscale.
Gli accertamenti su tali società reggiane hanno successivamente
consentito di rilevare che le stesse erano tutte collegate tra loro, nel senso che l’una deteneva la proprietà dell’altra, con un sistema noto come “scatole cinesi”. Inoltre le stesse, una volta realizzato un cospicuo volume d’affari, soprattutto nel settore del commercio all’ingrosso di vari beni, dichiaravano di aver trasferito la loro sede in Bulgaria, senza provvedere al pagamento delle imposte dovute in Italia.
Le indagini hanno preso in esame tutti i rapporti economici delle
società; il loro assetto proprietario; i dati di bilancio, peraltro mai
confluiti in dichiarazioni dei redditi e la corretta attribuzione ai soci dei redditi prodotti nel territorio nazionale.
L’operazione delle Fiamme Gialle si è conclusa con la proposta di
recupero a tassazione di imposte per complessivi 30 milioni di euro e la denuncia alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia del cittadino di origine moldava per reati tributari.

















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