L’obiettivo è raccogliere 500 unità di sangue alla settimana per tutto il periodo dell’emergenza, da destinare alla capitale. Regione, Avis e Fidas lanciano un appello ai donatori di sangue dell’Emilia-Romagna: un contributo straordinario per far fronte a quanto sta accadendo in provincia di Roma, dove è in corso un’epidemia di chikungunya, malattia virale dal decorso benigno che provoca febbre alta e dolori articolari anche persistenti, trasmessa dalla zanzara tigre. Il Centro regionale sangue del Lazio ha sospeso la raccolta come misura di prevenzione dell’infezione.
“Chiediamo ai nostri donatori uno sforzo straordinario, certi che come sempre la risposta ci sarà- afferma l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. La nostra è una regione che ha nella solidarietà uno dei principi fondamentali. Il nostro sistema è forte, da sempre capace di garantire l’autosufficienza regionale e di fornire unità di sangue alle regioni che più ne hanno bisogno. Questo è il momento di dimostrarlo”.
Le donazioni di sangue sono necessarie per consentire il mantenimento delle attività assistenziali e supportare la terapia trasfusionale e gli interventi chirurgici che altrimenti rischierebbero di essere sospesi.
Sangue. I dati dell’Emilia-Romagna
Sono 137.972 i donatori di sangue totali in Emilia-Romagna. I donatori che donano periodicamente sono 126.518. Aumentano i nuovi donatori, ovvero le persone alla prima donazione: 16.634 nel 2016 rispetto ai 14.229 dell’anno precedente (+14%). Il numero maggiore si è avuto nella fascia di età 18-25 anni (5.524). Nel 2016 le unità raccolte di sangue intero sono state 217.058, le unità trasfuse 207.542.
Dati che confermano la capacità del sistema regionale di essere autosufficiente e di riuscire anche a fornire unità di sangue alle regioni che più ne hanno bisogno: 2.945 quelle inviate nel 2016. Nei primi mesi del 2017 sono già state inviate 1.957 unità di sangue ad altre regioni.