Dalle false case vacanze ai raggiri ai tabaccai, dai finti coupon online alle fittizie offerte di lavoro, sino all’uso delle chat di incontri per spillare soldi alle vittime, sfruttando in modo ignobile taluni concerti di beneficenza di noti cantanti italiani per vendere falsi biglietti d’ingresso. 18 gli indagati, anche legami tra alcuni sodali con la criminalità organizzata campana, dell’associazione criminale sgominata dai Carabinieri di Reggio Emilia.
Nella mattinata odierna i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia, unitamente ai colleghi territorialmente competenti, hanno dato corso in Emilia Romagna, Piemonte, Basilicata, Lombardia e Campania, all’operazione DEEP IMPACT nei confronti di 18 indagati per associazione per delinquere, truffa aggravata, ricettazione, sostituzione di persona, uso indebito di carta di credito, estorsione e falso in atto pubblico. Nel contempo, i carabinieri hanno anche eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Reggio Emilia – su richiesta del pubblico Ministero Dr.ssa Valentina Salvi – a carico di 6 persone (3 in carcere, 2 ai domiciliari e 1 obbligo di firma/dimora). Decine le perquisizioni delegate dallo stesso magistrato nei confronti dei 18 indagati.
Circa 500 i colpi commessi in tutta Italia dall’organizzazione criminale, prevalentemente composta da donne, in una sorta di “quote rosa”, al cui vertice vi era proprio una di loro.
L’inchiesta dei Carabinieri di Reggio Emilia ha visto, per la prima volta in Emilia Romagna, secondo un recentissimo orientamento della Suprema Corte di Cassazione (C., Sez. II, 29.9.2016, n. 43706), il riconoscimento dell’aggravante della «minorata difesa» con riguardo alle truffe online, atteso il principio secondo il quale la «debolezza contrattuale» di chi, in rete, non ha la possibilità di verificare l’affidabilità del «venditore», è stata ritenuta un’aggravante delle truffe, con conseguente possibilità di applicare misure cautelari anche per tali tipologie di reato, che altrimenti non sarebbero consentite.
Il sodalizio, ancor’oggi attivo, era composto da veri e propri geni della truffa che spaziavano dalle false case vacanze nei luoghi di villeggiatura in rinomate località marittime o montane (Costiera amalfitana, Rimini, Riccione, Brunico, Bressanone Courmayeur ed altre), dai raggiri ai tabaccai per illecite ricariche postepay ai finti coupon di inesistenti aziende proposti sulle più importanti piattaforme online, sino alle innumerevoli e fittizie offerte di lavoro ad interi gruppi di disoccupati, arrivando perfino a professare falso amore nelle chat di incontri pur di spillare soldi ai cuori infranti di uomini che si innamoravano virtualmente di donne inesistenti. L’abisso morale si raggiunge con lo sfruttamento di un vero concerto di beneficenza (raccolta fondi per la lotta ai tumori) di un noto cantante italiano per vendere falsi biglietti d’ingresso, innescando comprensibile diffidenza per invece più che meritevoli iniziative dei nostri artisti.
Una vera e propria holding criminale quella annientata dai carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Reggio Emilia nell’operazione, non a caso, ribattezzata Deep Impact, ovvero profondo impatto, poiché i militari, anziché limitarsi a focalizzare le attenzioni investigative sui singoli fatti criminosi posti alla loro attenzione dalle denunce presentate di volta in volta dalle centinaia di vittime, hanno deciso di ampliare la sfera d’indagine mediante la minuziosa analisi di tutti i flussi di denaro illeciti, provento delle truffe. Un’attività molto lunga e complessa che ha consentito di sradicare alla base l’intera organizzazione criminale, identificando i singoli ruoli svolti dagli associati ed assicurando alla giustizia sia gli autori materiali delle truffe, sia tutti i responsabili che, in oltre 4 anni di malaffare, erano riusciti a rimanere nell’ombra, approfittando di passaggi di danaro a catena su carte di credito appositamente attivate, diventando così i destinatari finali ed oscuri dei proventi illeciti.
Le indagini dei carabinieri reggiani hanno rivelato che per anni in tutto il territorio nazionale il sodalizio ha truffato centinaia di persone molte delle quali, quando scoprivano di essere state raggirate, venivano addirittura schernite dagli stessi criminali, sicuri di rimanere impuniti.
Del caso si occupò anche il TG satirico “Striscia la Notizia”. Due inviati, ad insaputa dei responsabili della trasmissione, utilizzarono però un attore al posto del reale truffatore, quest’ultimo già all’epoca noto e attenzionato dai militari e oggi destinatario di provvedimento cautelare.
Quella svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, in collaborazione con i colleghi della Stazione di Reggio Emilia Santa Croce e sotto il diretto coordinamento della Procura della Repubblica reggiana, è stata un’attività investigativa dalle dimensioni impressionanti, che ha permesso di accertare la commissione di circa 500 truffe, la maggior parte commesse online, con un illecito profitto per l’organizzazione criminale quantificato in svariate centinaia di migliaia di euro.
La “sceneggiatura criminale” del sodalizio prevedeva 6 diverse tipologie di truffe.
Truffe online per false case/vacanze: gli autori, a seconda della stagione invernale o estiva, inserivano centinaia di “annunci esca” di locazione case-vacanze fittizie sulla riviera romagnola, sulla costiera amalfitana oppure in note località sciistiche alpine, facendosi poi accreditare le caparre delle locazioni sulle carte Postepay. Per indurre le vittime al pagamento trasmettevano anche via mail finti contratti intestati a soggetti inesistenti utilizzando per le trattative telefoniche utenze cellulari spesso intestate a vittime di precedenti truffe a cui avevano carpito i dati personali. Spesso le vittime, provenienti dalla più svariate regioni d’Italia, si accorgevano della truffa commessa ai loro danni una volta giunti presso la casa-vacanza “affittata”, incontrandosi qui insieme ad altre vittime ed i reali locatari in un paradossale adunanza. Diversi i casi accertati da parte di militari in cui le vittime, a volte anche in compagnia di figli disabili e familiari anziani, dopo centinaia di chilometri di viaggio in attesa dell’auspicata vacanza, al tentativo di contattare il presunto “proprietario” di casa e prenderne possesso, sono stati ulteriormente sbeffeggiati dagli autori della truffa che con sms di offese di ogni tipo li informavano con assurda spudoratezza di essere “cascati” nel loro raggiro vantandosi anche con frasi del tipo <<vai pure a denunciarmi tanto non mi prenderanno mai>>.
Truffe online per falsi annunci di offerta lavoro: forti della crisi economica e della disperata ricerca di lavoro, i membri dell’organizzazione inserivano innumerevoli di offerte di lavoro da parte di fantomatiche aziende interessate all’assunzione di operai per inesistenti cantieri siti in Italia e all’estero, simulando altresì di garantire ai neoassunti vitto, alloggio nonché l’accompagnamento sul posto di lavoro con autobus. In cambio, gli autori chiedevano di versare, su apposite postepay, somme di denaro asseritamente necessarie per i costi assicurativi e per le formalità relative all’assunzione. È così che decine e decine di disoccupati, spesso anche facendo collette tra i parenti, riuscivano ad accumulare e a versare il denaro richiesto, nella speranza del tanto atteso posto di lavoro. I militari hanno accertato di casi in cui veri e propri gruppi di disoccupati, spesso coinvolti da un intenso passaparola (incentivato dagli indagati che in maniera subdola riferivano ad ogni vittima circa la necessità di procurare ulteriori operai per l’apertura del cantiere) sono cadute nella “trappola” dell’organizzazione. È infatti così che padri disoccupati hanno coinvolto figli e fratelli, anch’essi senza lavoro, convincendoli a partire insieme. Un sogno tuttavia infranto quando le vittime, con le valigie in mano e tutte in raccolta presso la stazione da cui sarebbe dovuto partire il fantomatico autobus, prendevano atto di essere state truffate. Sulle tracce dei responsabili si misero anche due noti inviati della trasmissione Striscia la Notizia che tuttavia, come emerso dagli atti di indagine dei Carabinieri, utilizzarono per il servizio (andato in onda il 29.09.2014) un soggetto risultato poi essere soltanto un attore e non il reale responsabile, allora già noto agli investigatori ed oggi destinatario di provvedimento cautelare.
Truffe online chat incontri: attraverso contatti su chat di incontri online avviati con l’utilizzo di finti profili di avvenenti donne, le vittime venivano circuite, conquistate e quindi indotte a versare svariate somme di denaro su Postepay indicate dalla spasimante di turno, con la finta promessa che quest’ultima avrebbe potuto raggiungere la vittima per un incontro amoroso e magari una futura relazione sentimentale, altrimenti impossibilitata a pagarsi il viaggio dalle più disparate località.
Truffe online con offerta di falsi coupon: negli ultimi anni, l’organizzazione criminale ha elevato il proprio target di riferimento, fino a quel momento limitato a centinaia di singole truffe, utilizzando quale strumento quello della creazione di fantomatiche ditte (pulizie, manutenzione caldaie, ecc…), in realtà inesistenti, per poi offrire ad una platea indiscriminata di potenziali vittime, offerte di coupon su note piattaforme di intermediazione online. È così che, con un unico annuncio, gli autori sono riusciti a “mietere” contemporaneamente decine e decine di vittime queste ultime cadute nel raggiro, spesso subendo anche furti all’interno della propria abitazione a cui avevano dato accesso ai soggetti coinvolti proprio per l’espletamento del fittizio servizio acquistato con il coupon. Addirittura molte vittime non hanno denunciato il raggiro facendo affidamento sull’effettiva reale prestazione fornita (esempio manutenzione caldaia che di fatto veniva solo simulata).
Truffe ai danni di tabaccherie: gli autori si recavano a turno presso varie tabaccherie site in tutta Italia effettuando ricariche per migliaia e migliaia di euro su Postepay proprie e di altri indagati utilizzando prevalentemente una settantina di codici fiscali provento di furto o smarrimento, simulando poi il pagamento con bancomat appositamente privi di fondi ed uscendo poi dall’esercizio promettendo di rientrare con il denaro necessario, per poi sparire nel nulla con la carta ricaricata. In alcuni casi gli stessi lasciavano in pegno ai titolari delle tabaccherie, le proprie carte di identità, salvo poi presentare false denunce di smarrimento al fine di ottenerne il duplicato, da utilizzare come successivo “pegno” in un’altra tabaccheria da truffare. In altri casi, dopo essere stati rintracciati dai titolari delle tabaccherie (attraverso il social network facebook) gli autori, al fine di “paralizzare” le legittime pretese di pagamento delle vittime, sporgevano querele per ingiurie/minacce nei loro confronti calunniando quindi le vittime medesime ed inducendole così a desistere dalle proprie sacrosante richieste di pagamento.
Vendita di falsi biglietti per veri concerti: i criminali, sfruttando in particolare un evento organizzato a Reggio Emilia da un noto cantante italiano nell’ambito di un tour di beneficenza per la raccolta di fondi destinati alla lotta contro i tumori, hanno ordito la vendita, nell’ospedale cittadino, di decine di falsi biglietti. I carabinieri hanno scoperto e circostanziato il delitto e la spregiudicatezza del sodalizio. Coinvolta anche una incolpevole guardia giurata convinta di collaborare ad una iniziativa moralmente ineccepibile che consegnò ai criminali, sino all’ultimo centesimo, tutti i soldi raccolti nel nosocomio, convinta di dare il proprio contributo alla nobile causa. L’evento musicale venne peraltro annullato dal cantante per altra causa.
A differenza di quanto solitamente avviene con le tradizionali metodiche investigative sul singolo episodio, nell’operazione Deep Impact i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia sono riusciti collazionare una galassia di episodi ed a procedere senza limiti, temporali o territoriali, di sorta. In maniera capillare, hanno monitorato anni di estratti conto riconducibili a centinaia di carte di credito e debito, procedendo alla minuziosa elaborazione di tutti gli ingressi e le uscite di denaro (migliaia le operazioni registrate). Le transazioni monitorate hanno permesso non solo di identificare ulteriori correi ma anche di acclarare, in modo preciso e concordante, le responsabilità soggettive di tutti i malfattori, alcuni dei quali non coincidenti con gli autori delle truffe e, quindi, indagati per la ricettazione delle somme ricevute.
I carabinieri hanno infine appurato come, in alcuni casi, il denaro, versato dalle vittime sulle Postepay, a distanza di pochi minuti dall’accredito, venisse poi sistematicamente riciclato nelle sale slot, generalmente in Emilia Romagna, seguendo un meccanismo analogo a quello ben delineato dalla trasmissione televisiva Le Iene di Italia Uno il 2 maggio 2014.
Colpiti dell’Ordinanza cautelare sono tre donne: F.C., 49enne, originaria di Giffoni Valle Piana (SA) e domiciliata a Reggio Emilia; V.C., 53enne, originaria di Giffoni Valle Piana (SA) e residente a Scandiano (RE); E.C.,
28enne, nata a Scandiano e residente a Reggio Emilia, nonché due uomini: D.L., 29enne, originario di Scafati (SA) e domiciliato a Reggio Emilia e G.B., 29enne, originario di Massa di Somma (NA) e residente a Reggio Emilia.
Sottoposta a obbligo di firma e di dimora un’altra donna: A.F., 25enne, originaria di Napoli e residente a Scandiano (RE).