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Carpi: regolamento comunale per la bioedilizia

Il Comune di Carpi si è dato un Regolamento in materia di architettura bioecologica e di Edilizia sostenibile, con tanto di formulazione dei requisiti prestazionali minimi ai quali gli interventi dovranno rispondere per essere definiti appunto di Edilizia sostenibile.

Il Regolamento (approvato da tutti i consiglieri presenti nell’aula del Consiglio comunale durante la seduta di giovedì 20 luglio) prevede che per la definizione dei punteggi si debbano rispettare criteri in quattro campi: indagini preliminari (l’analisi del sito dove si intende demolire e ricostruire); energia e impianti (per ridurre emissioni di Co2 e consumi energetici si devono utilizzare ad esempio migliori coibentazioni, caldaie ad alta efficienza, teleriscaldamento, soluzioni dell’architettura bioclimatica, fonti energetiche alternative e rinnovabili, recupero dell’acqua); materiali e tecniche costruttive (meglio il legno che il cemento armato ad esempio, e comunque materiali di qualità bioecologica con valutazione dell’intero ciclo di vita degli stessi o provenienti da demolizione di manufatti esistenti, o uso di sistemi prefabbricati in legno o tecniche a secco); partecipazione e aspetti sociali (progettazione partecipata con i fruitori dell’edificio).
Chi rispetterà questi requisiti e otterrà almeno un punteggio minimo di 27 su 45 potrà fregiarsi della denominazione di Intervento di Edilizia sostenibile e ottenere un aumento dell’indice di edificabilità dello 0.1: questo però solo in caso di demolizione e ricostruzione dell’immobile.

Nel corso del dibattito sono intervenuti i consiglieri Lorena Borsari (Gci), che ha criticato la mancata progressività del premio in base al punteggio ottenuto dall’intervento, magari partendo da un 5%, mentre Paolo Zironi (Ds) ha sottolineato la necessità di abbassare i costi degli edifici in Bioedilizia, attraverso ad esempio specifiche possibilità contrattuali tra chi acquista e chi vende e l’intervento del credito bancario. Massimo Barbi (Fi) invece dal canto suo ha spiegato come questo Regolamento sia un investimento per il futuro, quando la bioarchitettura possa diventare uno standard qualitativo normale: “si deve smuovere la coscienza di cittadini e operatori del settore, per aprire un confronto sul tema tra città e professionisti”. Roberto Andreoli (capogruppo Fi) si è detto perplesso perché i benefici offerti dal Regolamento non valgono al di fuori degli ambiti urbanistici previsti e non in tutto il territorio comunale, criticando la scelta di definire percentuali alte per attribuire i punteggi relativamente al criterio legato ai materiali e tecniche costruttive. “Andrebbero estesi a tutte le abitazioni di Carpi – ha concluso – questi requisiti”. Maurizio Battini (Pdci) ha replicato dal canto suo che bisognerebbe “obbligare progettisti e costruttori a fare certe scelte, con coraggio, e verificare come si smaltiscono i materiali nei cantieri edili”.

L’assessore all’Edilizia Privata Mirco Arletti ha chiuso il dibattito spiegando che il Regolamento è innovativo e sperimentale: “fra qualche tempo faremo il punto per vedere se e come questo sarà applicato. E’vero che le nuove costruzioni sfuggono e che il premio vale solo per chi demolisce e ricostruisce – ha detto – ma è un primo passo di un cammino: che comunque qualifica in senso ambientale il nostro Prg, una Variante che assieme ad altre lo corregge per migliorare la sua realizzabilità e la sua qualità. Un ulteriore elemento di appetibilità per chi raggiunge i 27 punti su 45 sono poi gli sconti del 75% sugli oneri di urbanizzazione secondari. Rispetto ai controlli infine dovranno esser più accurate le nostre verifiche in fase di cantiere ma ricordo che la responsabilità è dei tecnici che asseverano gli interventi”.

















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