Presso la Casa della cultura di Marzabotto il prossimo 28 ottobre, a partire dalle 15,30, è previsto un convegno dal titolo “Storie di resistenza e di memoria”, organizzato dal Comune in collaborazione con l’associazione Passo Passo, lo SPI CGIL, la sede locale dell’ANPI e la Pro Loco.
A discutere con il vicesindaco di Marzabotto Valentina Cuppi e Ivana Sandoni della CGIL di Vergato ci saranno degli ospiti molto particolari: Rocco Mangiardi infatti è un imprenditore di Lamezia Terme divenuto testimone di giustizia, che per primo ha denunciato apertamente in un’aula di tribunale il fenomeno dell’estorsione in Calabria e da allora vive sotto scorta.
Dopo di lui a condividere la loro drammatica testimonianza saranno Francesca e Giovanni Gabriele, genitori di Domenico (Dodò), il piccolo ferito a morte dalla ‘ndrangheta mentre giocava in un campetto di calcio al quartiere Margherita, nella periferia di Crotone. Era il 25 giugno 2009, Dodò giocava con i suoi amici quando fu raggiunto alla testa dai colpi di un fucile a pallettoni durante un folle agguato mafioso, che oltre a uccidere la vittima predesignata, un estorsore appartenente ad un clan rivale, ferì nove persone e uccise Domenico: aveva appena 11 anni e da allora è diventato un simbolo delle vittime innocenti della criminalità.
La giornata è stata organizzata con la collaborazione di una ventina di ragazzi di Marzabotto che questa estate ha partecipato ad un campo di volontariato organizzato da Libera, in un terreno confiscato alle mafie nei pressi Isola Capo Rizzuto. L’esperienza ha avuto tra i promotori gli stessi organizzatori di questa giornata, cioè il Comune di Marzabotto, l’associazione Passo Passo e lo SPI CGIL, a dimostrazione che questo genere di iniziative infatti non si esauriscono con il ritorno a casa, ma sono solo l’inizio di un grande impegno contro le mafie.
A conclusione del pomeriggio alle 18,30 è previsto un momento di intrattenimento al centro musicale con Nico Royale ed Elisa Genghini con proiezione di video e lettura di poesie.
“Questa giornata è stata fortemente voluta dai ragazzi che sono stati a Capo Rizzuto ad agosto – spiega il vicesindaco Valentina Cuppi – e hanno voluto condividere con la propria comunità di provenienza un po’ della loro esperienza, invitando qui alcuni dei testimoni e vittime della ‘ndrangheta che hanno conosciuto in Calabria. Mi pare un segno chiaro di quanto siano importanti e formativi questi viaggi della legalità, perché si torna portandosi con sé la voglia di lottare contro l’illegalità sempre e in ogni luogo”.