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Disturbo da accumulo, task force di Comune e Ausl per prevenire e gestire i casi a rischio

Una task force composta da esperti del Comune e dell’Azienda Usl di Bologna si occuperà di prevenire e gestire i casi di disturbo da accumulo, una patologia ormai riconosciuta come psichiatrica e presente in città in misura sempre maggiore, almeno stando alle segnalazioni che arrivano da vicini di casa o, più frequentemente, da altri enti che per diversi motivi entrano in contatto con casi a rischio.

All’area Benessere di Comunità del Comune, e in particolare al settore Salute e tutela ambientale, arriva il maggior numero di segnalazioni di questi casi: dalle 3-4 degli anni scorsi, si è passati quest’anno già oltre la decina. Sono spesso anziani, soli, ma ultimamente anche persone di mezza età. Non significa necessariamente che prima non esistessero: è infatti aumentata sia la sensibilità a questa patologia, sia l’attenzione a prevenire i rischi soprattutto da parte di vicini di casa che magari si trovano accanto ad appartamenti da cui provengono per esempio cattivo odore o insetti, oppure rilevano comportamenti strani. Tra i rischi di chi soffre di disturbo da accumulo ci sono quelli legati agli incendi e quelli di tipo igienico-sanitario legato alla presenza di animali che trovano habitat favorevoli, per la maggior parte insetti.

Il disturbo mette a rischio anche la sicurezza degli impianti idrici, elettrici o termici, se il materiale accatastato per esempio li ricopre e rende impossibile il loro corretto funzionamento. Insomma, si tratta di una patologia che mette a rischio sia chi ne soffre sia chi vive accanto. E se un certo numero di casi è già seguito dai servizi sociali per altre ragioni connesse spesso alla salute mentale, altre segnalazioni fanno un altro percorso perché partono o appunto dai vicini di casa, oppure per esempio dalle aziende di servizi (il tecnico del gas che si accorge di situazioni a rischio) o dai vigili del fuoco, chiamati per altre ragioni e che invece si trovano di fronte a qualcosa di più complesso.

Per tutte queste ragioni, la giunta guidata da Virginio Merola ha approvato nell’ultima seduta il protocollo d’intesa per la gestione dei casi di disturbo da accumulo tra Comune e Azienda Usl, con l’obiettivo di creare un raccordo strutturale per agire insieme, più rapidamente e con modalità efficaci. La gestione di questi casi è infatti delicata e complessa e non può essere trattata solo dal punto di vista burocratico mettendo in campo ordinanze di sgombero che per i motivi più vari non vengono rispettate. Occorre un approccio collaborativo e integrato che coinvolga diversi operatori. A promuovere il protocollo di intesa è infatti un gruppo di lavoro composto da operatori di tre ambiti del Comune (Servizio Sociale di Comunità, Salute e Tutela ambientale, Polizia Municipale) dell’Ausl (Dipartimento di Salute Mentale, Dipartimento di sanità pubblica: igiene edilizia e urbanistica, impiantistica e antinfortunistica) e dell’Asp Città di Bologna (Azienda pubblica di servizi alla persona). Il protocollo ha una durata sperimentale di tre anni e consentirà di gestire da subito i casi segnalati con procedure regolamentate per garantire alla persona che soffre di disturbo da accumulo un percorso assistenziale unitaria e coerente e allo stesso tempo prevenire i rischi per il diretto interessato e per la collettività.

















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