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Diciottenne pakistana segregata in casa a Budrio dal padre che finisce in manette

I Carabinieri della Stazione di Budrio hanno arrestato un trentottenne pakistano per sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e minaccia aggravata. E’ successo ieri pomeriggio, quando i Carabinieri della locale stazione si sono recati a casa del soggetto, assieme a un assistente sociale del luogo, per verificare le condizioni di salute della figlia diciottenne che di recente si era lamentata con le autorità di Budrio, civili e militari, per i metodi malsani del padre che dopo essersi trasferito in Italia, aveva continuato a maltrattarla, senza abituarsi alla nuova cultura.

Così, giunti davanti al portone di casa, situato al terzo piano di un palazzo condominiale di Budrio, i Carabinieri e l’assistente sociale hanno provato a mettersi in contatto con la ragazza che si trovava all’interno. Questa, piangendo, riferiva in lingua inglese che non poteva uscire di casa perché il padre, uscito alle prime ore del mattino per andare a lavorare, l’aveva chiusa dentro, senza darle la possibilità di uscire. Oltre al sequestro di persona, la ragazza riferiva di essere stata anche picchiata e minacciata di morte dal padre che per aumentare il suo ruolo di comando le aveva mostrato un video, in cui compariva affacciato alla finestrata di casa (quella di Budrio) che sparava con una pistola. Durante la perquisizione del furgone in uso all’uomo, i Carabinieri hanno trovato una pistola scacciacani, forse la stessa utilizzata per registrare il video. Su disposizione del Sostituto Procuratore di turno, Dott. Flavio Lazzarini, il trentottenne pakistano è stato rinchiuso nel carcere di Bologna.

















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