Il 4 settembre 2006, presso il nuovo ospedale di Sassuolo, una giovane avrebbe subito un intervento chirurgico che si sarebbe prolungato nel tempo per la ravvisata necessità di procedere all’asportazione di una ghiandola, possibilità di cui l’interessata era stata informata.
Il problema sarebbe nato il giorno seguente quando la paziente è stata dimessa dall’ospedale, nonostante la maggiore entità dell’operazione e nonostante fosse febbricitante.
Lo afferma il consigliere della lega nord Mauro Manfredini in una interrogazione, in cui chiede alla Giunta regionale se ritenga opportuno, in caso quanto denunciato corrisponda al vero, che degenti che “hanno subito interventi così gravi vengano dimessi a distanza di neanche 24 ore”, se la Regione abbia diramato direttive in questo senso, se ritenga corretto l’atteggiamento mantenuto dalla struttura ospedaliera, visto che nessuno si sarebbe preoccupato di rassicurare la giovane ed i suoi famigliari sugli esiti dell’intervento, se non consideri invece indispensabile che fra i compiti del personale ospedaliero ci sia quello di sostenere i pazienti anche a livello psicologico ed infine se non si possa configurare anche questo caso come un episodio di malasanità.
