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Continuano a stupire le necropoli villanoviane di Verucchio

Ricchi corredi con bronzi, legni, ceramiche, elementi di carro e meravigliose fibule in ambra e pasta vitrea. Anche quest’anno non passa giorno senza che gli scavi nella necropoli sotto la Rocca di Verucchio (iniziati lo scorso luglio) restituiscano reperti eccezionali che danno preziose conferme agli studi in corso e riportano al centro dell’attenzione il mondo etrusco e villanoviano, quasi 3000 anni dopo.

Il settore indagato in questa seconda campagna di scavo – già in parte esplorato l’anno scorso – sta rivelando un’intensa concentrazione di sepolture caratterizzate da elementi di grande prestigio. Delle 45 tombe finora individuate, una in particolare sta suscitando l’interesse degli archeologi. Procedendo nello scavo di questa sepoltura, al trono, tavolino e poggiapiedi in legno trovati nello strato immediatamente sottostante la copertura del pozzo funerario, si sono aggiunti vasellame in ceramica e soprattutto in bronzo, tra cui alcuni contenitori molto rari, se non unici, nelle tombe principesche già note quali coppe su piede e vasi con coperchio. Il prezioso e ricco corredo, che include notevoli quantità di sostanze organiche importantissime per la ricerca scientifica, conferma che si tratti di una sepoltura reale o quantomeno di uno membri di maggiore spicco nella comunità che utilizzava questa necropoli tra la fine dell’VIII e l’inizio del VII secolo a.C.
Finché non sarà scoperto il corredo personale non sarà possibile determinare se la sepoltura sia appartenuta ad un uomo o a una donna: quel che è certo è che si attendono clamorosi ritrovamenti, visto l’eccezionale stato di conservazione di alcuni materiali e le tracce di decori e pitture nei legni, ritrovate intatte dagli archeologi.

“Non è certo casuale -dice Patrizia von Eles, responsabile dello scavo- aver recuperato questa sepoltura molto vicino alla zona da cui proviene la tomba B/1971, appartenente ad un guerriero, ricca di quegli oggetti, simboleggianti il suo potere politico, militare ed anche religioso, che si possono ammirare nella mostra “Il potere e la morte” visitabile presso il Museo Archeologico di Verucchio”.

Tra le novità di sicura importanza scientifica, c’è la scoperta di un’altra sepoltura (in corso d’indagine) che presenta un rivestimento circolare in legno: una sorpresa assoluta che apre nuove vie di ricerca e merita di essere al più presto visibile al grande pubblico, insieme al contesto da cui proviene e agli altri preziosi materiali che gli archeologi potranno ancora mettere in luce.
Con questi nuovi ritrovamenti e con quelli che si prospettano nel prosieguo degli scavi previsti per l’anno prossimo, la realtà archeologica di Verucchio –già fondamentale per lo studio delle civiltà italiche preromane– continua a fornire ai ricercatori importanti e innovativi spunti di indagine, proprio per l’unicità dei reperti in legno e di altri materiali che solo a Verucchio si sono conservati in modo così eccezionale.

La seconda campagna di scavi nella Necropoli sotto la Rocca di Verucchio è stata avviata grazie alla collaborazione tra il Comune di Verucchio, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e la Provincia di Rimini.
L’équipe di scavo, formata da archeologi esperti, restauratori e un geomorfologo, è integrata da giovani laureati e studenti provenienti da università italiane, danesi, americane, canadesi e spagnole.

Verucchio dominava un territorio, collegato all’Etruria dal corso del fiume Marecchia di cui Rimini rappresenta l’accesso al mare, fondamentale sia per l’utilizzazione delle risorse che nel quadro delle relazioni tra l’Egeo, la penisola italiana e l’Europa continentale.
Le necropoli di Verucchio documentano un aspetto particolare della cultura villanoviana e constano di circa 500 tombe, databili tra IX e VII secolo a.C., appartenenti alle famiglie aristocratiche che controllavano la valle del Marecchia. Le sepolture hanno restituito testimonianze straordinarie e uniche tra cui spiccano mobili, tessuti, ambre e oreficerie che fanno del Museo Civico di Verucchio una realtà di primaria importanza tra i musei archeologici dedicati all’età del ferro in Italia. Le caratteristiche delle tombe e dei corredi permettono di distinguere ruoli differenziati in relazione al rango, al sesso e all’età. I personaggi eminenti assumevano ruoli che univano il potere civile, militare e religioso; la funzione guerriera rivestiva notevole importanza, come in tutte le società dell’età del ferro italiana. D’altro canto anche alle donne erano attribuiti ruoli di prestigio, certamente non limitati all’ambito domestico.

Quando, alla fine del VII secolo a.C., la presenza greca ristruttura le reti di scambio, nell’Adriatico si realizzano nuovi equilibri: Verucchio non sembra in grado di rispondere alla sfida e mantenere un ruolo di rilievo, e il sistema economico e culturale documentato dalle necropoli villanoviane decade rapidamente. Sull’acropoli di Verucchio resta in vita un “santuario” (avente come epicentro una grande voragine naturale) al cui interno sono stati rinvenuti migliaia di oggetti provenienti, oltre che dalla Romagna, anche dall’Etruria e dall’Italia Settentrionale.

















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