“Quello di oggi a Parma è un appuntamento di grande valore. La mobilitazione tante ragazze e ragazzi ogni anno è la testimonianza viva di un impegno civile di straordinaria importanza e attraverso di loro l’Emilia-Romagna ribadisce con forza il suo no a tutte le mafie. Non c’è legge o codice di contrasto alle mafie che possa avere efficacia se non si accompagna alla crescita di una cittadinanza responsabile. Per questo, la Regione dedica una parte significative delle risorse previste dal proprio Testo Unico per la legalità a questo obiettivo e in particolare a progetti rivolti agli studenti delle scuole emiliano-romagnole. Il 21 marzo il pensiero di tutti noi va alle vittime delle mafie, un giorno quindi fondamentale di un impegno che deve essere confermato ogni giorno, 365 giorni all’anno, a partire dalle scelte quotidiane, improntate a civismo e rispetto delle leggi”.
E’ quanto afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, in occasione della XXIII Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, il cui appuntamento regionale è stato organizzato questa mattinaa Parma da Libera e da Avviso Pubblico.
Alla manifestazione in terra ducale partecipa l’assessore regionale alle Politiche per la Legalità, Massimo Mezzetti. “Terra, solchi di verità e giustizia” è il tema dell’edizione di quest’anno che ha l’obiettivo di dare voce alle tante realtà che si occupano di antimafia sociale e legalità democratica contro il radicamento della criminalità organizzata sul territorio.
Con la Giornata in memoria delle vittime – istituito dal Parlamento nazionale, e come “Giornata regionale” dalla legge 18 del 2016 ‘Testo Unico per la legalità’ – e con l’appuntamento di Parma entra nel vivo in Emilia-Romagna la “Settimana della legalità” che ha l’obiettivo di sottolineare il valore della partecipazione, l’impegno delle Istituzioni e le azioni promosse sul territorio per contrastare le attività criminali. L’iniziativa, che si concluderà lunedì 26 marzo, è promossa dalla Giunta regionale, dall‘Assemblea legislativa e dall’Anci Emilia-Romagna.
“Nei 36 anni che ci separano dall’assassinio di Pio La Torre, figura che oggi ricordiamo insieme alle tante vittime innocenti- ha aggiunto Bonaccini- sono stati arrestati e condannati numerosi mafiosi, catturati molti dei più pericolosi latitanti, confiscati ai clan ingenti masse di patrimoni illeciti. E tuttavia, nonostante questi indiscutibili successi contro le organizzazioni criminali, la mafia come fenomeno è tutt’altro che sconfitta. Le indagini della magistratura ci dicono della progressiva espansione territoriale, anche in realtà che un tempo si pensava immuni da questa presenza. L’Emilia-Romagna, come tutto il Nord del Paese, non sfugge a questa dinamica, per questo abbiamo deciso di dotarci, primi in Italia, di un testo di legge organico di promozione della cultura della legalità e di prevenzione del crimine organizzato. Siamo convinti che anche in Emilia-Romagna azioni dirette a sviluppare la repressione della criminalità mafiosa debbano essere sempre accompagnate dall’efficienza della pubblica amministrazione, dalla scuola funzionante e da corrette regole del mercato”.
Lo scorso anno la Regione ha finanziato con 732 mila euro 37 nuovi progetti per promuovere la cultura della legalità e la lotta all’infiltrazione mafiosa in Emilia-Romagna: si tratta di 37 accordi di programma in attuazione della Legge regionale 18/2016 (“Testo Unico a sostegno della cultura della legalità e per la prevenzione dei fenomeni mafiosi”). Da inizio Legislatura sono stati complessivamente cofinanziati 103 progetti per la promozione della cultura della legalità con un impegno di spesa della Regione di quasi 2 milioni di euro.
Ad oggi risultano 119 i beni immobili confiscati in Emilia-Romagna: di questi, 77 sono ancora in gestione dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alle criminalità organizzata e 22 sono già stati destinati. Dal 2011 ad oggi sono stati sottoscritti dalla Regione 16 Accordi di Programma per il riutilizzo di 12 beni immobili confiscati cofinanziati con un contributo regionale di oltre 1,2 milioni di euro.