Quarantaseimila euro per i danni provocati dalla flavescenza dorata nell’anno 2004. Sono stati liquidati in queste settimane dalla Provincia a 42 viticoltori sulla base della graduatoria messa a punto dall’assessorato provinciale all’Agricoltura.
Altre dieci richieste saranno liquidate nei primi mesi del 2007 quando i nuovi impianti saranno ultimati e collaudati. Perciò alla fine i beneficiari saranno complessivamente 52. L’entità del contributo è fissata nel 60 per cento della spesa ammessa.
Nel concreto sono stati finanziati tre interventi di rimpiazzo, otto di estirpazione e reimpianto, 13 di sola estirpazione. Complessivamente sono state interessati 13 ettari di superfici per l’estirpazione, sette ettari per i reimpianti e 11 mila piante sparse sostituite. Le porzioni di territorio colpite si trovano principalmente nei comuni di Carpi, Novi, Cavezzo, Concordia.
I primi focolai di flavescenza dorata risalgono all’anno 2000. Con le successive misure di lotta obbligatoria è stato possibile evitare lo scoppio epidemico e mantenere un basso livello di malattia. L’iniziativa ha interessato la quasi totalità delle 5 mila aziende viticole modenesi. L’infezione per il momento resta concentrata nella zona nord-occidentale della provincia (appunto Carpi e comuni confinanti). In quattro anni (2001-2004) sono state estirpate 60mila viti e abbattuti 70 ettari di vigneto colpiti dai “giallumi”, pari a poco meno dell’1 per cento della superficie vitata provinciale.
Come identificare la malattia e come comportarsi?
L’unica arma vincente è la prevenzione. I sintomi sono così descritti: arrossamenti sui vitigni rossi e clorosi sui vitigni bianchi, accartocciamento fogliare localizzato o diffuso, mancata lignificazione dei tralci, disseccamento dei grappoli sulle zone colpite.
Cosa fare in questi casi?
Il consiglio dei tecnici è quello di contrassegnare ed estirpare immediatamente le viti ammalate. L’estirpo è obbligatorio nella zona dove da qualche anno esiste un ampio focolaio (Carpi, Novi, Concordia, San Possidonio, Cavezzo e Soliera).