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Mille chilometri di corsa per fermare le morti bianche

Mille chilometri di corsa come mille sono le persone che ogni anno in Italia perdono la vita sul posto di lavoro.

Run4Safety è la corsa in solitaria di mille chilometri fatta da Mario Stigliano, ingegnere 36enne, partita il 23 aprile da Ginosa (TA) e conclusa a Milano il 28 aprile in occasione della settimana mondiale della salute e sicurezza sul lavoro.

Nel nostro Paese – afferma l’ingegnere ultramaratoneta – le morti bianche sono in media 3 al giorno. Sono morti nere, come nere sono le tragedie che colpiscono le famiglie delle vittime. Questa iniziativa ha l’obiettivo di ribadire l’importanza della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nella vita quotidiana e nello sport”.

Sedici le città toccate dalla Run4Safety: Ginosa (TA), Matera, Gioia del Colle (BA), Bari, Barletta, Termoli (CB), Silvi Marina (TE), Roseto degli Abruzzi (TE), Ancona, Cesena, Forlì, Imola, Modena, Offanengo (CR), Bergamo con arrivo a Milano all’Arco della Pace.

Ogni tappa è stata scandita da un evento in collaborazione con il movimento “Italia Loves Sicurezza”, di cui Mario fa parte.

E’ stata una corsa in countdown, con il chilometro 1000 a Ginosa e il chilometro zero a Milano, con l’obiettivo che passo dopo passo si possa arrivare a zero; zero come il traguardo che sogniamo di zero vittime sul lavoro.

Il podista rimarca: “bisogna parlare dell’importanza della sicurezza sul lavoro agli studenti e lo sport è lo strumento per catturare il loro interesse. Sono i lavoratori di domani e devono aver ben chiara la cultura della sicurezza”.

La manifestazione ha avuto il Patrocinio del Comune di Ginosa, del Comune di Milano, della Regione Lombardia, dell’EU-OSHA, del 36° Stormo Caccia dell’Aeronautica, del CONI Puglia, della FIDAL Lombardia, della CRI CL Roseto, dell’Agenzia Spaziale Italiana e degli Ordini degli Ingegneri delle province attraversate dalle tappe.

La corsa ha, inoltre, un valore sociale: il ricavato di sponsor e donazioni sarà devoluto all’Associazione art4sport Onlus che crede nello sport come terapia per il recupero fisico e psicologico dei bambini e dei ragazzi portatori di protesi d’arto.

















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