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Ue, in Assemblea legislativa la Sessione europea 2018

L’obiettivo è stato fare il punto sulla partecipazione della Regione alla formazione e attuazione del diritto e delle politiche dell’Unione europea, in particolare su ciò che l’Emilia-Romagna ha fatto per adeguare l’ordinamento regionale all’ordinamento europeo. Accanto a ciò, una verifica sugli impegni della Regione – nell’ambito del proprio Programma di lavoro annuale – funzionali a raggiungere questi obiettivi.

Su questi binari si è snodato il dibattito questa mattina in Assemblea legislativa, riunita per la seduta dedicata alla Sessione europea 2018. Ai lavori di quest’anno, aperti dalla presidente Simonetta Saliera, ha partecipato Barbara Duden, presidente della Commissione Civex che coordina il lavoro del Comitato delle regioni nei settori della Libertà, sicurezza e giustizia, Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, Cittadinanza attiva, Politica europea di comunicazione, Decentramento, Affari costituzionali.

“E’ il 10° anno che questa Assemblea svolge la sessione comunitaria, un’occasione non solo per fare il punto sulla partecipazione della Regione alla formazione e all’attuazione del diritto e delle politiche dell’Unione europea ma anche per verificare lo stato dell’Unione- ha detto in Aula l’assessore regionale al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, Patrizio Bianchi-. In un contesto mondiale fortemente mutato, dove sono cambiati i punti di forza, in questo momento ci vorrebbe più Europa: un’Europa coesa dal punto di vista politico e integrata dal punto di vista economico è fondamentale per la pace mondiale”.
“Il contesto locale e delle Regioni non deve essere un accessorio in questa Europa- ha sottolineato Patrizio Bianchi-. Nei mesi scorsi abbiamo sostenuto l’importanza della Politica di coesione, capace di rispondere alle necessità delle al finanziamento delle politiche regionali, quelle più vicine ai cittadini europei”.

“L’Europa non è altro da noi, noi siamo l’Europa- ha aggiunto il presidente Stefano Bonaccini-. Proporre soluzioni semplici a problemi complessi come quello della sovranità in epoca di globalizzazione è illusorio: rinnegare l’Europa è una soluzione ingannevole perché senza l’Europa il Paese, ma anche l’Emilia-Romagna, sarebbero più deboli nell’affrontare le sfide globali. Il tema della sovranità e della possibilità dei cittadini di incidere col proprio voto sul futuro europeo esiste, per questo dobbiamo ampliare il dibattito politico sull’Europa, solo così si può restituire potere e sovranità ai cittadini”.

“La Regione Emilia-Romagna- ha continuato il presidente della Regione- nei mesi scorsi ha fatto sentire forte la propria voce in Europa per sostenere un bilancio europeo adeguato a sostenere le molteplici sfide che l’Unione si trova ad affrontare, aumentando la dotazione complessiva piuttosto che tagliarla e soprattutto evitando di tagliare le politiche più vicine alle comunità locali e più funzionali al processo di integrazione europea. Abbiamo sostenuto l’importanza della Politica di coesione quale principale politica di investimento dell’Unione e abbiamo sottolineato l’importanza del ruolo delle Regioni quale soggetto più appropriato a disegnare strategie di sviluppo con il coinvolgimento degli attori locali per un obiettivo comune: aumentare il valore aggiunto della produzione e contribuire al riposizionamento dell’economia europea”.

“La proposta della Commissione- ha concluso Bonaccini- supera le infauste ipotesi iniziali di tagli fino al 30% dei fondi di Coesione e della Pac, la Politica agricola comunitaria, riducendoli ad un tasso compreso tra il 5% e il 7%, e concentrandoli per la Pac nel secondo pilastro, salvaguardando il sostegno al reddito agricolo. Continueremo a lavorare per limitare i tagli allo sviluppo rurale, per dare continuità alla politica di coesione per la riduzione delle disparità tra territori e al loro interno, per rafforzare il ruolo delle Regioni nei processi decisionali europei e in quelli di programmazione delle risorse, per portare la nostra esperienza e i nostri risultati nella gestione dei Fondi Europei per lo sviluppo”.

















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