Al Poesia festival 2006, domenica 1 ottobre, alle 16.00, nella Piazza d’armi (Borgo medievale) di Savignano sul Panaro, Vito – uno dei più popolari attori comici della scena italiana, teatrale, cinematografica e televisiva – reciterà i testi poetici di Cesare Zavattini.
Zavattini iniziò a misurarsi con la poesia fin dagli esordi della sua attività giornalistica, pubblicando versi, in lingua italiana, su riviste come il “Il contemporaneo” o “La Fiera Letteraria”. Nel 1973 compose in dialetto luzzarese le poesie di Stricarm’ in d’na parola, autoironiche e malinconiche. Nonostante la scarsa considerazione di cui allora godeva la poesia dialettale, “genere” guardato con sospetto e da molti considerato minore, il volumetto – edito da Scheiwiller nel 1974 – ebbe molto successo. Vennero poi pubblicati altri versi nell’operetta Otto canzonette sporche nel 1975, di nuovo in italiano, e le poesie dialettali, molte delle quali incompiute o non riviste da Zavattini, del volume A vrés (Vorrei), pubblicato a Suzzara nel 1986 a cura dell’amico Giovanni Negri. L’incontro con il dialetto, fecondo per pochi autori italiani, è stato per Zavattini occasione di una riscoperta, di un’invenzione, di una liberazione.
Scrittore, giornalista, soggettista e sceneggiatore, pittore, Zavattini è una delle figure più significative del secolo, a cui si devono libri (Parliamo tanto di me, I poveri sono matti, Io sono il diavolo, Straparole) e film memorabili (I bambini ci guardano, Sciuscià, Ladri di biciclette, Miracolo a Milano, Umberto D., La veritàaaa), e insieme l’attiva partecipazione al cambiamento del cinema e del mondo attraverso idee, progetti e iniziative di risonanza internazionale.