Il Sindaco di Sassuolo Graziano Pattuzzi ha incontrato, questa mattina, il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, presso la sede della Regione Emilia Romagna. L’incontro, annunciato e caldeggiato dallo stesso Ministro in seguito alla lettera inviata dal primo cittadino sassolese nell’Agosto scorso, è avvenuto alla presenza del Presidente della Regione Vasco Errani dei presidenti di provincia tra i quali Emilio Sabattini e dei sindaci dei comuni capoluogo tra cui Pighi di Modena e gli assessori regionali Peri e il sassolese Gilli, oltre al vice presidente Delbono.
Tema dell’incontro tra il Sindaco e il Ministro, naturalmente, era la bretella di collegamento Campogalliano – Sassuolo, soprattutto alla luce della denuncia fatta dal Cipe di una carenza sostanziale di fondi per poter avviare le opere già ritenute strategiche dalla Legge Obiettivo.
“Il Ministro Di Pietro – sottolinea il Sindaco di Sassuolo Graziano Pattuzzi – ha ribadito il ruolo cardine della Campogalliano – Sassuolo e l’importanza che riveste per dare uno sbocco al Distretto ceramico verso la rete autostradale nazionale”.
La bretella Campogalliano – Sassuolo rimane strategica, quindi, per il Governo. L’iter autorizzativo, già avviato da tempo, sta ormai volgendo al termine: intenzione del Governo, una volta ultimate tutte le autorizzazioni necessarie, è quello di optare per un bando di gara in concessione secondo la formula del “project financing”.
“La comunicazione del Ministro Di Pietro – commenta il Sindaco di Sassuolo Graziano Pattuzzi – rappresenta un passo avanti verso la realizzazione dell’opera, perché ancora una volta sottolinea il ruolo strategico e soprattutto l’urgenza della Campogalliano – Sassuolo per mantenere competitiva la nostra realtà industriale nel mercato globale. Un passo avanti ma solamente un passo: vigileremo affinché tutto venga portato avanti nei tempi e nei modi indispensabili a dare una giusta risposta alla nostra realtà. Di fronte alla cronica carenza di fondi nella quale si trova Anas, credo che l’ipotesi “project financing” o la “concessione” siano le uniche due strade, percorribili, per far si che le nostre realtà produttive non debbano attendere ancora troppo tempo, rischiando di cadere vittima di un anacronistico quanto cronico gap infrastrutturale”.