Nelle colonie italiane in Africa si disputavano anche le gare automobilistiche. La storia di questa vicenda, forse poco conosciuta ai più, è ripercorsa nella mostra “Uomini e motori nell’Africa coloniale” che viene inaugurata sabato 16 giugno alle ore 18 alla Biblioteca Mabic in occasione della Notte Rossa. La mostra di foto e documenti è organizzata dal Comune di Maranello in collaborazione con MOXA – Modena per gli altri e il Centro Documentazione Memorie Coloniali, che da anni raccoglie materiali d’archivio relativi all’esperienza coloniale italiana.
Alle ore 21, sempre al Mabic, è in programma un incontro pubblico con il prof. Massimo Zaccaria dell’Università di Pavia sul tema “La città dei motori nel paese delle corse: Asmara, Eritrea (1900-1960)”. Quella delle gare automobilistiche in Eritrea è una storia affascinante e tutta da scoprire. A partire dal 1936, quando venne proclamata la sovranità italiana sull’impero Etiope, il regime fascista iniziò la costruzione di grandi strade di collegamento nell’Africa Orientale Italiana: alla fine degli anni 30 venne costruita la strada che porta da Asmara ad Addis Abeba per un tragitto di quasi un migliaio di chilometri. Oltre la metà degli abitanti di Asmara era costituita da italiani (circa 53.000 persone), che importarono in Africa una gran varietà di automobili, principalmente marche italiane come FIAT, OM, Lancia, Alfa Romeo e Maserati. Nella città eritrea gli italiani organizzarono anche un club automobilistico e competizioni, come la Coppa del Governatore dell’Eritrea del 1937, corsa in salita di 26 chilometri da Nefasit ad Asmara, e il Primo Circuito di Asmara del 1938. Nel 1936 nella capitale si svolse il primo Autoraduno R.A.C.I. (Reale Automobile Club d’Italia) con mete ai campi di battaglia del Tigrai e dell’Endertà e con escursione alla Piana di Cobbò: scopo dichiarato attraverso la stampa era quello di promuovere il turismo. Poi una pausa forzata a causa della guerra e la ripresa delle gare dal 1948. L’ultima, il Gran Premio Automobilistico Expo ’72, si tenne nel 1972 alla presenza dell’imperatore Haile Selassie. Al primo autoraduno di Asmara partecipò anche Bruno Crotti, imprenditore di Reggio Emilia che gestiva un’impresa di trasporti in Eritrea. Appassionato di auto e di fotografia, ha lasciato una ricchissima documentazione fotografica dell’esperienza coloniale italiana, e alcune delle sue preziose immagini sono riprodotte nella mostra al Mabic.