RE-SEARCH ALPS – Research Laboratories in the Alpine Area, progetto europeo coordinato da Unimore, per la costruzione di un imponente database per la mappatura dei laboratori e centri di ricerca della macroarea alpina, è pronta a presentare i propri avanzamenti, a circa un anno dal suo esordio. Lo farà in occasione del 51simo Meeting del Technology and Innovation Policy Working Party dell’OCSE, che si tiene il 22 giugno a Parigi, all’interno della sessione di aggiornamenti sui paesi dell’Ocse.
Dopo un anno di lavoro, il gruppo che opera nell’ambito di RE-SEARCH ALPS, consorzio a cui aderiscono con Unimore, l’Università di Milano, il MIUR, il Ministero dell’educazione francese e l’azienda francese Sidetrade, ha prodotto una versione Beta della piattaforma web, con i dati relativi ai laboratori e ai centri di ricerca italiani e francesi e organizzato un dataset che contiene già ora dati di circa 70.000 organizzazioni e 60.000 progetti di innovazione.
Responsabile scientifico del progetto è il prof. Francesco Guerra del DIEF – Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Unimore, impegnato a coordinare gli aspetti informatici attraverso la programmazione di software in grado di raccogliere, riconoscere e sistematizzare un così ampio quantitativo di dati, assieme alla prof.ssa Margherita Russo del DEMB – Dipartimento di Economia Marco Biagi di Unimore, impegnata nella identificazione delle varie categorie di organizzazioni attive nel campo della ricerca e nella modellizzazione dei dati raccolti.
Il sistema messo in piedi finora, disponibile all’indirizzo: http://researchalps.data-publica.com rappresenta una piccola parte di quello che a giugno 2019 punta a presentarsi come un imponente strumento transnazionale, il primo nel suo genere in Europa, per completezza e quantità di informazioni, di mappatura – si pensa – di oltre 250 mila realtà che si occupano di ricerca e innovazione scientifica nei territori interessati dal progetto: Italia, Francia, Svizzera, Austria, Slovenia, Germania e Lichtenstein e 48 regioni della strategia europea macro-regionale per la regione alpina EUSALP.
Ad oggi il lavoro principale, e più complesso, affrontato dai ricercatori è stato quello legato alla definizione di standard per il riconoscimento e l’interpretazione dei dati e per la loro successiva integrazione. Per ogni nazione coinvolta, infatti, sono notevolmente differenti i criteri di definizione di cosa sia un centro di ricerca e per quale finalità si caratterizzi, senza tralasciare la complessità dovuta alle numerosissime fonti da cui reperire dati utili (ministeri, università, aziende private, database già esistenti, ma solo su basi nazionali o limitati per settore).
In questo anno di attività i ricercatori hanno costruito il profilo di decine di migliaia di centri di ricerca pubblici e privati, italiani e francesi, a partire da circa quindici fonti, estraendo ed elaborando le voci per produrre un unico dataset di informazioni.
Intenzione di RE-SEARCH ALPS è contribuire a favorire il dialogo e l’incontro fra ricerca e produzione, aziende e laboratori scientifici, fornendo un panorama complessivo di chi opera nei vari ambiti di ricerca e sviluppo, identificandone attività e peculiarità, per metterle a disposizione di aziende alla ricerca di idee e soluzioni innovative. Un progetto che punta quindi a stimolare e rafforzare il dialogo e le contaminazioni fra ricerca e impresa, in un network internazionale, incoraggiando imprese, università e laboratori alla collaborazione.
Fra dicembre 2018 e la fine del progetto verrà completata la mappatura anche dei dati relativi a Svizzera, Germania, Austria, Slovenia e Lichtenstein. I dati raccolti saranno utilizzati anche dalla piattaforma EUSALP Platform of Knowledge, uno strumento che EUSALP mette a disposizione di tutti gli utenti interessati, consultabile gratuitamente attraverso schede di presentazione o mediante una mappa 3D della macroarea alpina.
“La mappatura delle organizzazioni che si occupano di ricerca e innovazione – sostiene la prof. Margherita Russo di Unimore – ha un indubbio valore nel sostenere la creazione di un eco-sistema favorevole all’innovazione, perché queste sono le imprese che in maniera prioritaria concorrono a promuovere lo sviluppo e la crescita di un territorio”. “Il progetto rappresenta una sfida dal punto di vista tecnologico – aggiunge il prof. Francesco Guerra di Unimore – visto che è necessario disambiguare e integrare in un’unica sorgente i dati provenienti da numerose sorgenti open data, con informazioni estratte dai siti web, anche in lingue diverse”.