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Convegno analizza emigrazione modenese nel mondo

Gli emigrati emiliano romagnoli nel
mondo, le comunita’ di modenesi all’ estero, in particolare in
America latina, e i loro rapporti con i paesi di provenienza, i
dati di una ricerca sui flussi migratori a partire dalla seconda
meta’ dell’ 800. Questi i temi di un convegno che si svolgera’ a
Modena domani nella sede della Provincia e il giorno dopo a
Concordia nell’ auditorium della scuola di musica.


”Gli emiliano romagnoli e l’ emigrazione italiana in America
latina. Il caso modenese” e’ il titolo dell’ iniziativa,
promossa da Provincia di Modena, Regione Emilia Romagna, Comune
di Concordia con il contributo del ministero degli Affari esteri
e in collaborazione con l’ istituto per la Storia della
Resistenza di Modena.
Al convegno saranno illustrati anche i primi dati di una
ricerca sugli emigrati modenesi che saranno raccolti dalla
Provincia nel primo ”Atlante dei modenesi nel mondo”. Dalla
ricerca emerge, tra l’ altro, che nel censimento del 1888 Modena
si collocava al ventesimo posto nella graduatoria nazionale
delle province con piu’ alto numero di emigranti e al primo
posto in Emilia Romagna. In quell’ anno furono registrate 4329
partenze per paesi non europei e 344 europei. Oltre la meta’
partivano dal circondario di Mirandola; le destinazioni
preferite i porti di Buenos Aires in Argentina, San Paolo in
Brasile e New York. Alla base del fenomeno ci sono la miseria e
il desiderio di costruirsi un futuro migliore, stimolati anche
dai cosiddetti ‘agenti di emigrazione’ che, incaricati dalle
compagnie di navigazione, diffondevano nelle campagne avvisi e
libretti sulle opportunita’ offerte nei paesi oltreoceano. Da
Cavezzo, sempre nel 1888, emigrarono 415 persone, circa un
quarto della popolazione residente; la vicina frazione di
Disvetro in quel periodo rimase praticamente disabitata.
Alla fine dell’ 800 si registro’ un forte flusso migratorio
anche da Pievepelago, Fiumalbo e S.Anna Pelago verso le citta’
di Highwood e Highland park nella zona di Chicago, un’
emigrazione che duro’ fino agli anni ’60 a ondate diverse. I
discendenti di quelle famiglie vivono tuttora nelle due citta’
dell’ Illinois e il comune di Pievepelago ha sottoscritto un
patto di gemellaggio con Highwood dove la comunita’ modenese,
secondo i dati forniti alla Provincia dalla locale associazione
culturale dei modenesi, e’ composta da circa tremila persone,
mentre 1500 ‘anglomodenesi’ vivono tuttora a Highland park.
L’ indagine prende in esame anche le ondate migratorie tra le
due guerre particolarmente intense nei comuni dell’ Appennino.
Nel censimento del 1921 si rilevano 1340 emigranti dalla zona di
Fanano (su circa sei mila abitanti), 613 da Montefiorino, 476 da
Lama Mocogno e 171 da Riolunato. ”La maggior parte sono censiti
come emigrati temporanei – spiegano i ricercatori – ma molti di
loro non torneranno”. E’ in questo periodo che prende il via il
progressivo spopolamento delle montagne con un culmine nei primi
anni del secondo dopoguerra, quando si registra in tutta la
provincia, ma soprattutto in montagna, la piu’ forte ondata
migratoria del secolo con circa quattromila immigrati registrati
nel 1951 e duemila l’ anno successivo. Le destinazioni sono
soprattutto la Francia, il Belgio, ma anche Germania, Venezuela
e Australia.

















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