Oggi in Sala del Tricolore di Reggio Emilia è stato sottoscritto il documento per la costituzione della Consulta permanente per la legalità di Reggio Emilia, nuovo organismo promosso da Comune e Provincia di Reggio Emilia quale sede permanente di confronto sui temi del contrasto alla criminalità organizzata e della promozione alla cultura della legalità. La Consulta costituirà il nuovo soggetto preposto a supportare, con attività consultive, conoscitive e propositive, le politiche territoriali finalizzate alla prevenzione del crimine organizzato e della corruzione, nonché alla promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.
Alla cerimonia sono intervenuti il sindaco di Reggio Luca Vecchi, il presidente Giammaria Manghi, Emilia Francesco Tumbiolo, vice segretario della Camera di Commercio di Reggio Emilia, e Gian Guido Nobili, responsabile dell’area Sicurezza urbana e legalità della Regione Emilia-Romagna.
“Nasce oggi la Consulta permanente per la legalità come strumento costruito con la città e il territorio per il contrasto alle infiltrazioni malavitose. Si tratta di un fatto politicamente rilevante, che rappresenta una tappa di una lunga marcia dell’impegno che ciascuno deve assumere nel prevenire la presenza di organizzazioni criminali. Un’iniziativa per far sì che tale impegno non si pensi che possa esaurirsi con la conclusione del processo Aemilia – ha detto il sindaco di Reggio Luca Vecchi in apertura dei lavori – Questo territorio è passato in un decennio da una condizione di ingenuità e inconsapevolezza rispetto alla presenza di organizzazioni malavitose già strutturate a una fase, quella odierna, di matura e avanzata consapevolezza che ci permette di essere distanti dal correre ulteriori rischi di sottovalutazione”.
“Questo è stato possibile grazie al contributo di tutti voi – ha aggiunto Vecchi rivolgendosi all’assemblea dei firmatari – Oggi compiamo un atto di assunzione di responsabilità e reciprocità nell’approcciare il contrasto alle mafie facendo sistema nell’affrontare uno dei temi più critici della contemporaneità. Con la Consulta terremo alta nel tempo l’attenzione su questo tema, anche una volta che il tribunale avrà terminato il suo lavoro. A riguardo, raccogliamo le parole finali delle arringhe dei pm Mescolini e Ronchi come ulteriore elemento di riflessione da fare all’interno della Consulta”. Vecchi ha inoltre citato la positiva esperienza di via Cassoli 1, i locali sottratti all’illegalità e al gioco d’azzardo e ora consegnati ai giovani e ad associazioni come Libera.
***
”Oggi si scrive una pagina importante che segna una fase nuova, quella della profonda consapevolezza, nella lotta alle infiltrazioni malavitose”. Così il Presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, questa mattina in Sala del Tricolore, in occasione della costituzione della Consulta permanente per la legalità. “Una scelta rilevante e significativa che si aggiunge ai tanti protocolli che, già a partire dal 2010, evidenziano, nello scorrere degli atti amministrativi adottati, come questa comunità, seppur sorpresa dall’inchiesta Aemilia, abbia comunque generato nel tempo strumenti di contrasto – ha detto – Oggi, la nascita della Consulta è invece temporalmente contigua all’imminente conclusione del processo Aemilia, nel quale, con una decisione non scontata di testimonianza e di rappresentanza, Provincia e Comuni si sono costituiti parte civile, e apre una seconda fase nella lotta alla mafia, quella appunto della consapevolezza piena, individuando, anche simbolicamente, un luogo preposto ad occuparsi nella quotidianità del tema della legalità. E a farlo uniti, tutti insieme, come è nella storia di questa terra, indirizzando alla comunità il segnale forte di un fronte comune e coeso nella lotta alle infiltrazioni malavitose”.
Il presidente Manghi ha infine sottolineato l’importanza del Comitato scientifico della Consulta: “Non solo perché in questo cammino è fondamentale avere al nostro fianco persone competenti, ma anche per il valore aggiunto rappresentato dal lavoro di approfondimento storico e documentale che, a partire proprio dal processo Aemilia, verrà realizzato e diventerà patrimonio comune della collettività”.
LA CONSULTA – La Consulta nasce dalla volontà di non disperdere il patrimonio di conoscenza e consapevolezza maturato a seguito delle indagini e del processo Aemilia considerando che questo processo ha portato alla luce significativi elementi e strumenti di lettura sulla storia del nostro territorio, della sua economia e della sua capacità di rispondere o di farsi piuttosto attraversare da fenomeni quali le infiltrazioni di stampo mafioso.
La Consulta si occuperà della messa a sistema delle informazioni derivanti dagli atti processuali e della redazione di documenti di sintesi sul processo Aemilia; della condivisione (attraverso l’uso dei social media, della comunicazione web e informatica) delle attività promosse dagli enti della Consulta su temi quali la lotta all’infiltrazione mafiosa, la promozione della legalità, la diffusione di buone pratiche in tema di trasparenza amministrativa e vigilanza. Tra i compiti anche l’analisi di proposte e confronto con i soggetti operanti nel mondo economico e della produzione e lavoro in merito a procedure, protocolli e iniziative sul tema; e la promozione di azioni in materia di beni sequestrati e confiscati.
Gli enti promotori dell’iniziativa sono 24. Oltre a Comune e Provincia di Reggio Emilia, ne fanno parte le Unioni dei Comuni Bassa reggiana, Colline matildiche, Terre di mezzo, Tresinaro Secchia, Val d’Enza, Pianura reggiana e Unione montana dei Comuni dell’Appennino reggiano, Camera di Commercio di Reggio Emilia, le associazioni di categoria, i sindacati e il Forum del Terzo settore. Invitati permanenti le forze dell’ordine e gli enti/istituzioni del territorio impegnati sui temi dell’antimafia e della promozione della legalità.
La consulta sarà supportata da un comitato scientifico composto da professionisti esperti in materia di criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose sul territorio Emiliano-romagnolo e gestione dei beni confiscati, quali Stefania Pellegrini, professore associato di Sociologia del diritto e del corso “Mafie e antimafia” all’Università di Bologna, ed Enzo Ciconte, studioso dei fenomeni di infiltrazioni mafiose al nord, consulente per la Commissione parlamentare antimafia.