La Guardia di Finanza di Bologna, nell’ambito dell’operazione denominata Hidden files, ha condotto nei giorni scorsi una serie di controlli volti a fronteggiare il fenomeno della pirateria libraria. I militari del II Gruppo di Bologna, a seguito di una preventiva attività
d’intelligence, hanno effettuato in “zona universitaria” una serie di accessi presso esercizi di fotocopiatura cittadini.
In diversi di questi, i finanzieri hanno scoperto che venivano riprodotti testi universitari e rivenduti agli studenti alla metà (o anche meno) del prezzo di copertina e, pertanto, hanno proceduto al sequestro di ben 43.327 testi universitari (in formato cartaceo o digitale), 10 pendrive usb, 4 personal computer, 1 hard disk esterno, 1 stampante, 1 fotocopiatore e 1
telecomando utilizzato, durante le attività di controllo, da un titolare di una copisteria per la disattivazione di unità di memorie presenti presso il proprio esercizio al fine di occultare un numero considerevole di testi accademici in formato elettronico in essi contenuti.
Al sequestro è seguita la denuncia all’Autorità Giudiziaria di 8 persone che dovranno rispondere delle ipotesi di reato previste dalla legge di tutela del diritto d’autore (Legge 633/1941); ipotesi di reato punibili con rilevanti sanzioni penali e amministrative, che possono portare anche alla chiusura temporanea degli esercizi.
La Legge 633/1941 consente la riproduzione di opere dell’ingegno pubblicate per la stampa, esclusivamente “per uso personale” del cliente, previo pagamento di un compenso forfettario che ciascun punto di riproduzione deve corrispondere alla Siae. In ogni caso, “non si può mai fotocopiare l’intero volume, ma solo una piccola parte: il limite massimo è fissato al 15 per cento di ciascun volume”. Nulla di tutto questo avveniva all’interno delle
copisterie bolognesi controllate, che, violando la legge, hanno causato un danno a chi lavora nella filiera della diffusione della cultura.