Il Decreto Dignità può e deve essere migliorato: occorre instaurare un dialogo costruttivo con l’attuale Governo per favorire un’evoluzione del dettato normativo in senso più favorevole alle imprese ed in particolare le PMI, che strutturalmente necessitano di un maggior grado di flessibilità – dichiara Marvj Rosselli Direttore provinciale di Confesercenti Modena – Modifiche che peraltro, garantirebbero maggiormente anche i lavoratori. Infatti la reintroduzione della causale dopo i primi 12 mesi per le assunzioni a termine (e la somministrazione a tempo determinato) corre il rischio, già sperimentato dopo la riforma Monti-Fornero del 2012, di generare un enorme turn-over dei giovani lavoratori, condannati a ruotare su contratti di breve durata. Rischio che potrebbe aggravarsi in virtù dell’abbassamento a 24 mesi della durata massima del contratto rispetto agli attuali 36 mesi.
L’obiettivo, come il Governo ha più volte esplicitato, è quello di combattere la precarietà. Ma il depotenziamento del lavoro a tempo determinato non affiancato da un forte potenziamento d’attrattività del contratto a tempo indeterminato (ad es. riducendo il cuneo fiscale ed introducendo incentivi e sgravi fiscali per la stabilizzazione dell’occupazione giovanile) rischia di produrre effetti depressivi sull’occupazione, anziché stimolarla. Nei fatti il provvedimento suggerisce alle imprese maggior cautela nel valutare opportunità d’assunzione e le penalizza facendo lievitare i costi: la contribuzione Inps dovuta per i rapporti di lavoro a tempo determinato viene aumentata infatti dello 0,50% in occasione di ciascun rinnovo del contratto (in aggiunta alla attuale contribuzione già maggiorata dell’1,40%).
“Siamo in presenza di un decreto, come tale, suscettibile d’interventi migliorativi in fase di riconversione in legge. Con quest’obiettivo Confesercenti ha incontrato nei giorni scorsi il Ministro Di Maio, valutando positivamente il superamento delle causali per i contratti a tempo determinato delle aziende stagionali. E’ un primo segnale nella giusta direzione ma le difficoltà permangono rispetto alle causali introdotte per i contratti superiori ai 12 mesi, che rischiano di ingenerare contenziosi e ambiguità, soprattutto in comparti in cui i picchi di lavoro sono fisiologici”.
“La ripresa della discussione sulle aperture domenicali degli esercizi commerciali poi, ci offre lo spunto per una riflessione più ampia. La deregulation avrebbe dovuto dare una spinta ai consumi. Così non è stato. Nel 2017 le vendite del commercio al dettaglio sono state inferiori di oltre 5 miliardi rispetto i livelli 2011, ultimo anno prima della liberalizzazione. Nei fatti la deregulation ha spostato quote di mercato verso la Grande distribuzione, contribuendo all’aumento dell’erosione del fatturato dei piccoli esercizi commerciali, che hanno perso il 3% a favore della Gdo: si tratta di circa 7 miliardi di vendite travasate dai negozi alla GDO. La correzione dell’eccesso di liberalizzazione per le attività commerciali è una battaglia che Confesercenti combatte dal 2013, con la presentazione alla Camera della legge d’iniziativa popolare per una revisione della deregulation nel commercio, con il sostegno di 150.000 firme raccolte grazie alla campagna “Liberaladomenica” promossa da noi e dalla CEI”.
“Al Governo e al Parlamento non chiediamo di imporre la completa chiusura domenicale ma di avere aperture festive solo quando necessario e specialmente nelle località turistiche. Riteniamo pertanto che le competenze in materia debbano necessariamente tornare alle regioni, che conoscono il territorio e la sua specificità. Una proposta assolutamente ragionevole e compatibile con le prassi europee, che punta a correggere una distorsione”.
“Dopo anni di sottovalutazione – conclude il Direttore Provinciale di Confesercenti Modena Marvj Rosselli – il Governo e i gruppi parlamentari sembrano aver riscoperto il ruolo fondamentale che i corpi intermedi esercitano nella ricerca delle soluzioni più idonee, recuperando la discussione sui bisogni e le proposte in spazi di opportuna mediazione degli interessi contrapposti. Siamo quindi fiduciosi che, attraverso un confronto serrato, ma costruttivo, si possa giungere ad una formulazione più efficace ed adeguata”.